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Italbasket, neunundachtzig Pannokkien

Un solo pensiero, maturato al 44′ minuto circa di gara: chi guarda la pallacanestro non può garantire alle proprie coronarie un destino sereno e pròspero. Traduco per i moderni: “io ancora una partita così e muoro”....

Franco Canciani

Un solo pensiero, maturato al 44' minuto circa di gara: chi guarda la pallacanestro non può garantire alle proprie coronarie un destino sereno e pròspero. Traduco per i moderni: "io ancora una partita così e muoro".

Difficilmente mi reco a commentare sapidamente sulla rete sociale, oggi mi è uscito un "Beli Presidente della Repubblica. Gallo Primo Ministro", con buona pace del dialetticamente inesistente Mattarella e dell'invece iper-caciaròne Matteo Renzi.

Questo perché è relativamente semplice prepararsi psicologicamente ad affrontare una squadra-top come l'Ispanica di Scariòlo, tremendamente complicato, a 18 ore di distanza, trovarsi di fronte i padroni di casa allenati da Chris Fleming, sostenuti dal tifo berlinese e da una selva di fischi arbitrali che neanche i vitelloni anni '50 in spiaggia dietro alle mamme dei téutoni giocatori di oggi.

Di fronte il solito, immarcescibile tòtem Dirkone Nowitzki, trentasettenne pivot dei Mavs con milletrecento battaglie NBA sulle spalle ricurve ma sempre potenti, e soprattutto un Dennis, Schroeder di nome ma di fatto uomo della Georgia (intesa come Atlanta Hawks), che nei primi quarti ha fatto di tutto e di più. Con le unghie e con i denti i bianchi di Pianigiani hanno resistito all'impeto dei domestici, resistendo anche sul meno dieci di inizio ripresa, rimanendo poi lì a contatto fino all'ultimo impatto, a 4'' dalla fine, ad ovvia opera del Gallo. 

L'overtime è pura poesia cestistica, giocata senza Gentile e quasi del tutto Bargnani (fallo inesistente, apoteòsi di un arbitraggio inutilmente di parte) ed in equilibrio fino a un minuto dal termine: Segna Gallinari, esagera Dennis Schroeder che cerca disperatamente un contatto (che Aradori saggiamente evita), palla azzurra in attacco, cronometro a -25'', sfera che scotta. Arriva sul lato destro nelle ignifughe mani del signor Belinelli, che invece di gestire il +2 decide di seguire il proprio raptus agonistico ed infila una di quelle triple che soffiano nella retina, la sollevano soavemente e dolcemente, senza toccare il ferro. Solo chi ha provato a segnare dall'arco dei 6,75 può sentirselo dentro, quel vago sentore che travalica la gioia agonistica e spinge su per la spina dorsale un brivido gelido e bollente. Ti guardi in giro, cerchi l'amico che applaude e sfidi con l'occhio sbarrato quello che ti sfotteva fino a due secondi prima. Un po' come una festa del sabato pome alle superiori ed il bacio, quello vero, la ragazza ambìta da tutti decide di darlo a Te e non al più bello della classe.

Più cinque. Auf Wiedersehen meine Damen und Herren. Il cielo è blu sopra Berlino, si impacchettano i resti del muscolo cardiaco e ce ne si va nel nord della Francia, chez les Ch'tis a Lilla, contrazione nordica che significa "isola" nel senso proprio del termine: zona poco invitante e perciò isolata.

Ma soprattutto continua la tradizione, multi-sport, delle sfide Italia-Germania: Rivera e Riva, Del Piero e Grosso, Beli e Gallo. Se i francesi ci rispettano ché le ba**e ancora gli girano, suppongo che i tedeschi avranno bisogno di psicanalisi per riuscire a capire come mai, squadra contro squadra, in casa o in trasferta contro gli Azzurri non ce la fanno mai. Ottantanove pannocchie, ci vediamo dopo. E per stasera, qualificazione in tasca, Vi risparmio anche il mappazzone tecnico-tattico. Beli presidente. Gallo Primo Ministro.

Franco Canciani@Mondoudinese

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