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Tavagnacco: Capitan Brumana tra presente e futuro

La capitano dà i voti alla sua stagione e a quella delle gialloblu. Intanto lavora per recuperare dall’infortunio al ginocchio, lasciando aperta la porta a un possibile ritiro

Redazione

Non se la sente di dare la sufficienza, per quanto fatto vedere finora, né alla squadra né a se stessa. Paola Brumana, la capitano dell’Upc Tavagnacco, fa il punto della stagione gialloblu a pochi giorni dalla ripresa del campionato. Un momento difficile per lei, alle prese con un infortunio al ginocchio, che, per la prima volta, le sta facendo balenare in testa l’idea di smettere di giocare a calcio.

Che voto dai a questo primo scorcio di stagione del Tavagnacco?

«Dopo la sconfitta con il Verona avremmo dovuto vincerle tutte, ma sono arrivati il pareggio con il Luserna e la sconfitta di Roma. Senza questi due passi falsi, il nostro campionato sarebbe stato sufficiente. Il Tavagnacco non può incappare in questi risultati negativi. Soprattutto perché dobbiamo ancora incontrare due corazzate come Brescia e Mozzanica».

E il voto alla tua stagione?

«Un bel 4. Ho segnato pochi gol, solo 2, e poi è arrivato questo infortunio, anche a causa del modo in cui ho trascurato la muscolatura della gamba».

A proposito, come stai?

«Ho un problema al ginocchio, uno stiramento ai legamenti. Devo capire se aumentando la massa muscolare riesco a giocare o se è necessario operarmi. In quest’ultimo caso non ho ancora deciso cosa fare».

Cosa intendi dire?

«Questo infortunio mi sta facendo pensare alla mia carriera. Mi sono già fatta male al ginocchio 5 anni fa e so cosa vuol dire riprendersi da un’operazione del genere. A 33 anni pensi anche alla possibilità di smettere di giocare. La voglia di continuare c’è, ma resta un ‘però’. Diciamo che molto dipenderà anche dalle mie compagne di squadra: toccherà a loro darmi una scossa per convincermi a continuare. Ho bisogno di stimoli esterni».

Pensiamo positivo: se il muscolo tiene quali sono i tempi di recupero?

«In questo caso il mio obiettivo è tornare per la prima di ritorno. Sto lavorando in palestra per irrobustire il muscolo: tra un po’ avrò il responso del medico e saprò se operarmi o meno».

Torniamo al Tavagnacco: quali sono le cause delle difficoltà incontrate in queste prime partite?

«Credo che molto dipenda dalla consapevolezza dei propri mezzi e dalla convinzione di quello che si vuole fare. Noi ‘vecchie’ la carriera l’abbiamo già fatta e ormai la gente ci conosce: sono le giovani che devono capire cosa vogliono diventare e quale contributo dare alla squadra».

Cosa potrà succedere nei prossimi mesi?

«La svolta potrebbe avvenire in questa stagione ma anche nella prossima. Dipende tutto dalle più giovani. Loro sono il futuro e la base su cui costruire il nuovo Tavagnacco. Però devono volerlo ed esserne consapevoli. I risultati, poi, arriveranno di conseguenza».

Sabato affronterete il Riviera di Romagna. Che Tavagnacco vedremo?

«Dipende da noi. Se giocheremo bene non ci saranno problemi. Se riusciremo a sbloccarla subito, potremo portare a casa un risultato positivo».

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