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Pordenone: il destino tra il 25 e il 30 giugno

Il Pordenone aspetta fine giugno, poi capirà come agire sul mercato e, soprattutto, sulla panchina. Del resto se si gioca in Lega Pro serve fare una squadra che non patisca come nell’ultima stagione, se si gioca in D le risorse cambiano,...

Monica Valendino

Il Pordenone aspetta fine giugno, poi capirà come agire sul mercato e, soprattutto, sulla panchina. Del resto se si gioca in Lega Pro serve fare una squadra che non patisca come nell'ultima stagione, se si gioca in D le risorse cambiano, anche se l'obiettivo sarebbe comunque la risalita immediata.

Intanto per il toto-allenatore, Bruno Tedino declina l'invito: «Non ho mai parlato con il Pordenone e non ho mai incontrato nessuno della società - afferma il tecnico a Il Gazzettino - per cui non capisco come il mio nome venga accostato al quello del club neroverde. Penso che il Pordenone abbia attualmente abbia cose ben più importanti da fare, a livello economico e burocratico, piuttosto che scegliere l'allenatore. Che ritengo non sia la persona più importante della società, perché è solo un capo della produzione».

Fabio Rossitto per ora aspetta e anche in questo caso la società neroverde sta temporeggiando.

Il tutto in attesa degli sviluppi della situazione in Lega Pro dove un terzo di squadre su sessanta rischiano di non potersi iscrivere per vari motivi. Un terremoto che potrebbe cambiare anche la questione ripescaggio. Per ottenerlo servono 1,2 milioni, se invece la Lega optasse per la riammissione ne basterebbero meno.

Tra il 25 e il 30 giugno si saprà.

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