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Tedino si racconta: ‘Il calcio, la mia vita”

Bruno Tedino, allenatore del Pordenone da questa stagione, si racconta: per molti il suo calcio è tra i migliori della Lega Pro quest'anno

Redazione

Bruno Tedino al primo anno da allenatore del Pordenone si è già guadagnato la simpatia dei tifosi e il giudizio critico degli addetti ai lavori che vedono nei Ramarri una delle squadre che gioca meglio in Lega Pro.

Nell’86 ha debuttato in panchina con i Giovanissimi regionali del San Donà, vincendo il campionato. Per un biennio (2013-15) è stato ct degli azzurrini Under 16 e 17.

Il tecnico a Il Gazzettino descrive il calcio come  «la mia vita, oltre che il mio mestiere. Una passione, un amore che coltivo dall’età di 8 anni».

Tedino, come tutti gli allenatori, un uomo solo al comando:  «Assoluta verità, anche se io ho la fortuna di poter contare su un pooldi collaboratori molto importanti. Sono i due vice Carlo Marchetto e Andrea Toffolo, i preparatori atletici Adalberto Zamuner e Tommaso Zentilin, Paolo Lenisa che segue i portieri, nonché i fisioterapisti Alessandro Marzotto e Gigi Zanusso. Il nostro resta comunque un mestiere particolare, con tanti “ingredienti”, tra i quali la necessità di assumersi grandi responsabilità».

Ne ha allenati tanti Tedino e altrettanti ne ha visti giocare: ma non ha dubbi quando defe fare dei nomi:  «Escludendo quelli attuali, dei quali sono il primo tifoso, direi Barreto, Cacia e Simone Motta. In assoluto Maradona, Messi e Van Basten».

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