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Ufficiale, Totti si dimette dalla AS Roma: “Sono sempre stato tenuto fuori”

La lunga conferenza stampa che ha ufficializzato l'addio della bandiera della Roma dalla società giallorossa

Redazione

La conferenza stampa che ha ufficializzato l'addio della bandiera della Roma dalla società giallorossa:

"Ho dato le mie dimissioni dalla AS Roma. Speravo che questo giorno non arrivasse mai, invece è arrivato questo giorno brutto e pesante. I presidenti passano, gli allenatori passano, i giocatori passano, le bandiere no. Questa decisione non è colpa mia”.

Tu sei un mito, hai fatto sognare milioni di persone. Tu stai su Marte, Pallotta sta a Pomezia. Hai mai pensato ‘Ma chi me l’ha fatto fare’?


No, mai. Ho messo la Roma davanti a tutto, è la mia seconda casa, se non la prima. Questa scelta è stata difficilissima.

Di chi è stata la colpa?

Non è stata colpa mia perché non ho mai avuto la possibilità di esprimermi, non mi hanno mai coinvolto in un progetto tecnico. Mi tenevano fuori da tutto.

Cosa ti senti di dire alla gente che è rimasta shockata dall’addio di Totti dalla Roma? Ti senti di dire che non sarà un addio ma un arrivederci?

Io alla gente di Roma devo solo dire grazie per come mi hanno trattato. C’è stato sempre reciproco rispetto, sia in campo che fuori. Posso solo dire solamente di continuare a tifare questa squadra. Io continuerò a tifare Roma anche da fuori. È un arrivederci, non è un addio.

Ti sentivi pronto per fare il dirigente in questa Roma? Ti hanno promesso qualcosa?

Tutti sappiamo che hanno voluto che io smettessi di giocare. Sul lato dirigenziale avevo un contratto di 6 anni, sono entrato in punta di piedi perché si trattava di un altro ruolo. Sono due cose completamente diverse. Le promesse sono state fatte tante, ma alla fine non sono mai state mantenute. Non hanno mai voluto che io facessi questa cosa.

Il processo di “detottizzazione” è cominciato da un paio di anni o da quando c’è questa proprietà? C’è anche un processo di deromanizzazione?

Levare i romani dalla Roma è sempre stato un pensiero fisso di alcune persone. Alla fine sono riusciti a ottenere quello che volevano. Da 8 anni a questa parte, da quando sono entrati gli americani, hanno cercato in tutti i modi di metterci da parte. Hanno voluto questo e alla fine ci sono riusciti.

Un anno fa la Roma giocava la semifinale di Champions. Come è stato possibile dilapidare tutto in così poco tempo? Che futuro vedi per la Roma?

Tutti conosciamo i problemi della società, soprattutto per il FairPlay finanziario, che bisogna vendere giocatori entro il 30 giugno. Io l’ho sempre detto: alla gente bisogna dire la verità, anche se è brutta. Un anno fa dissi che la Roma sarebbe arrivata tra il quarto e il quinto posto e che la Juve avrebbe vinto lo scudetto già a gennaio. Mi hanno detto che sono un incompetente, che levo i sogni ai giocatori e ai tifosi. Io sono abituato a dire la verità, quindi non posso stare qua dentro.

Quanto pesa l’assenza della proprietà in questo momento? E che danno si fa alla Roma con la perdita di un personaggio come te?

Per me è pesata tantissimo, il giocatore trova sempre un alibi e una scusa. Il presidente deve essere più sul posto, quando i giocatori e i direttori vedono il capo stanno sull’attenti, cominciano a lavorare come dovrebbero. Quando non c’è il capo fanno tutti come gli pare. È così ovunque.

Qual è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso?

La goccia che ha fatto traboccare il vaso? Non sono mai stato reso partecipe, solo quando erano in difficoltà mi chiamavano. In due anni avrò fatto 10 riunioni, mi chiamavano sempre all’ultimo, come se mi volessero accantonare da tutto.

Cosa serve per riportarti alla guida della Roma?

In primis un’altra proprietà. Poi bisogna vedere se questa proprietà mi chiama, se crede nelle mie potenzialità. Sicuramente non ho mai fatto e mai farò del male alla Roma, perché per me la Roma viene prima di tutto. Tanti personaggi nella Roma hanno sempre detto che sono troppo ingombrante per questa società.

La proposta di direttore tecnico ti è stata mai formulata? Potresti mai tornare con questa proprietà ma senza Baldini?

Io di soldi non ho mai parlato e non ho mai chiesto niente. Ho chiesto di fare il dt. Non ho chiesto di comandare tutto. Ho chiesto di dare un forte contributo, di metterci la faccia. Se fanno l’allenatore, il ds, ma non ti chiamano, che dt è? L’unico allenatore che ho chiamato è Conte. Mihajlovic, De Zerbi, Gattuso e Gasperini: non ho mai scritto né sentito questi allenatori.

Quanto pesa quello che è accaduto a De Rossi? Ti hanno chiesto un parere?

Già da settembre ho detto ad alcuni dirigente che se loro pensavano che questo sarebbe stato l’ultimo anno di Daniele, glielo avrebbero dovuto dire subito. Non andava fatto quello che avevano fatto con me. Daniele è il capitano della Roma, una bandiera, va rispettato.  Da quello che ho capito è che hanno sempre voluto levare i romani dalla Roma.

 

Verrai il prossimo anno allo stadio?

In alcune partite sì, anche perché sono sempre un tifoso della Roma. Potrei anche andare in Curva Sud. Mi metto una parrucca, qualcosa… Lo sai che faccio? Prendo Daniele e insieme andiamo in Sud, sempre che non vada a giocare da un’altra parte.

Cosa è una Roma senza Totti?


Se io fossi presidente della Roma e avessi due bandiere come Totti e De Rossi in società, gli darei in mano tutto, per quello che hanno fatto e per rispetto. Lui si è contornato di persone sbagliate, lui ascolta solo alcune persone.

C’è qualcuno che ti ha pugnalato dentro Trigoria?

Sì. Non farò mai i nomi, ma ci sono alcune persone che non mi vogliono là dentro.

Chi riporta le cose al presidente?

Dentro Trigoria ci sono persone che fanno il male della Roma. Pallotta tante cose non le sa, e lui si fida sempre di queste persone. Questo è il suo errore principale. Io conosco Trigoria come le mie tasche, conosco gli spostamenti di tutto. Sono cresciuto là dentro, so quali possono essere i problemi e quali possono essere le risorse. Ognuno fa il bene di se stesso. A Boston arriverà un decimo della verità.

Le altre offerte.


Valuterò, ci sono state alcune offerte da altre squadre italiane, una stamattina.

C’è una cosa per cui si sente di dire grazie a Pallotta?


Grazie perché alla fine mi ha fatto rimanere a Roma. Io non sputo sul piatto dove ho mangiato. Lui è il presidente della Roma e spero che possa portarla più in alto possibile.

Si sono resi conto di quello che stanno levando alla città di Roma? Perché vogliono levare il cuore a una squadra e a una città?

Per me non si rendono conto perché non vivono la quotidianità. Non sanno niente di Roma. Stando qui sul posto è totalmente diverso. A loro che stanno dall’altra parte del mondo arriva l’1% di quello che succede qui. Sicuramente sarà una cosa diversa, ma per loro non cambia niente, è quello che volevano. Spero che si possano accorgere, ma ormai il tempo è passato.

 

FONTE forzaroma.info

 

 

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