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Europa League: come sono andate le italiane

NAPOLI Bastava un punto al SSC Napoli per archiviare la qualificazione ai sedicesimi di UEFA Europa League e un punto è arrivato. Gli azzurri tornano indenni dalla trasferta di Praga e celebrano il passaggio del turno in virtù dei risultati...

Monica Valendino

NAPOLI Bastava un punto al SSC Napoli per archiviare la qualificazione ai sedicesimi di UEFA Europa League e un punto è arrivato. Gli azzurri tornano indenni dalla trasferta di Praga e celebrano il passaggio del turno in virtù dei risultati negli scontri diretti. Decisivo Rafael Cabral, autore di due parate super, una per tempo, e graziato in due occasioni dalla traversa.

Rafael Benítez sorprende tutti con un turnover a metà, cambiano solo gli esterni difensivi: dentro Giandomenico Mesto e Miguel Britos, in panchina Christian Maggio e Faouzi Ghoulam. In mezzo al campo ci sono David López e Walter Gargano, dietro le punte avanza l'italo-brasiliano Jorginho con Marek Hamšík dirottato sulla sinistra al posto di Jonathan De Guzmán, uomo di coppa costretto ai box da problemi fisici. In attacco, con José Callejón, c'è Gonzalo Higuaín, titolare anche nella notte di Praga forte dei sette gol messi a segno nelle ultime cinque apparizioni.

Nonostante un undici molto vicino a quello canonico, il Napoli soffre l'intraprendenza dello Sparta, ben disposto in campo e ancora imbattuto allo Stadion Letná: la prima occasione, così, capita al 5’ sui piedi di Bořek Dočkal, destro a incrociare appena dentro l'area e respinta a pugni chiusi di Rafael che presidia bene il suo palo. Un minuto dopo, Dočkal sfonda di nuovo sul fronte destro e costringe Britos al fallo da ammonizione.

La pressione dei cechi è costante, gli azzurri provano a pungere in contropiede ma invano e lo Sparta Praga va ancora vicino al gol. Davvero clamorosa la doppia occasione fallita dagli uomini di Vítězslav Lavička al 17’: prima Josef Hušbauer cerca il jolly da fuori area ma sbatte sulla traversa, poi David Lafata si avventa sulla ribattuta di testa a colpo sicuro ma Rafael salva il Napoli con un intervento d'applausi tutto d'istinto.

Scampato il pericolo, gli azzurri provano a farsi vedere davanti con una conclusione da lontano di López, ma sono i cechi a rendersi più pericolosi con una volata di Ladislav Krejč sulla fascia sinistra: sul suo cross, Rafael è battuto ma Raúl Albiol respinge di testa sventando la minaccia.

Chiuso un primo tempo senza squilli, il Napoli riemerge dagli spogliatoi più pimpante, deciso ad archiviare la pratica qualificazione. Né Higuaín né Callejón, però, riescono a impensierire il portiere di casa Marek Štěch, contrati bene dalla difesa ceca un attimo prima di arrivare al tiro. A venti minuti dalla fine, così, Benítez richiama in panca il Pipita e getta nella mischia Duván Zapata, il grande escluso di questa gelida serata praghese.

Entra anche Ghoulam, inedito esterno d'attacco al posto di Jorginho, ma il protagonista del match è ancora una volta Rafael, che al 75’ alza sulla traversa la gran botta da fuori di Marek Matějovský deviata da Mesto. Complice la verve di Ghoulam, il Napoli chiude la partita in attacco, e va addirittura vicino al gol con Zapata e con Hamšík, impreciso di testa all'81’ su sponda aerea di Albiol. Finisce 0-0, e tanto basta a Benítez per festeggiare la qualificazione.

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INTER Nel giorno del suo cinquantesimo compleanno, Roberto Mancini riceve un regalo molto gradito: la matematica qualificazione al prossimo turno di UEFA Europa League.

In tribuna per squalifica, il tecnico nerazzurro affida la squadra al fido Giulio Nuciari, ma è la formazione ospite guidata da Myron Markevych ad iniziare meglio la sfida, confermando la sua vocazione corsara.

Al 16', un aiuto agli ospiti arriva da Juan Jesus, che con un errore in fase di disimpegno apre la strada alla penetrazione di Nikola Kalinić. Samir Handanovič è molto abile sulla prima conclusione a rete, ma nulla può sulla ribattuta da due passi di Ruslan Rotan, che porta in vantaggio gli ospiti.

Al 27' è ancora Rotan a lanciare magistralmente Yevhen Cheberyachko, che costringe Fredy Guarín al fallo da rigore. Sul dischetto va Yevhen Konoplyanka, che ha quindi l'occasione per affossare l'Inter, ma la grande parata di Handanovič (al sesto penalty sventato consecutivamente) dà invece ai nerazzurri la forza morale per reagire alle difficoltà.

Dopo una conclusione di Mauro Icardi fuori bersaglio, il pareggio arriva al 32', quando Zdravko Kuzmanović risolve con un preciso piatto angolato una mischiata originatasi da un calcio di punizione scagliato da Hernanes verso il centro dell’area. Il brasiliano è molto abile anche due minuti dopo, quando lancia a rete Yuto Nagatomo, ma nello scontro con il portiere avversario il giapponese si infortuna alla spalla e deve lasciare il campo. Prima che Hugo Campagnaro possa prenderne il posto, il Dnipro approfitta della superiorità numerica per andare alla conclusione con Douglas, ma il suo colpo di testa da pochi metri finisce a lato.

La ripresa si apre con l’espulsione di Andrea Ranocchia, che dopo appena 22 secondi di gioco subisce il secondo cartellino giallo. L’Inter patisce per cinque minuti, poi un geniale assist di Hernanes smarca Pablo Osvaldo, che con un preciso diagonale supera Denys Boyko e porta in vantaggio i padroni di casa.

Il Dnipro ha subito l’occasione del pareggio, per via di una sbavatura difensiva di Campagnaro, ma la doppia conclusione di Kalinić viene respinta prima da Handanovič e poi da Juan Jesus, che interviene proprio sulla linea di porta. Nuciari rinforza la difesa con l’ingresso di Marco Andreolli al posto di Icardi, prima di inserire anche Joel Obi al posto di un dolorante Hernanes.

Con i suoi tre cambi, il Dnipro mantiene il predominio del gioco, ma fatica a creare occasioni da gol. La più ghiotta arriva al 79' quando un fallo ingenuo di Juan Jesus su Kalinić permette a Rotan di calciare una punizione dal limite dell’area. La conclusione del capitano ucraino esce di pochissimo alla sinistra di un immobile Handanovič. Lo sloveno è invece protagonista all’85', quando una sua tempestiva uscita impedisce a a Konoplyanka di calciare a rete da posizione molto favorevole. All’89' l’estremo difensore non può nulla sul colpo di testa ravvicinato di Yevhen Seleznyov, che però si trova in posizione di fuorigioco.

Nonostante il pressing insistito anche nei quattro minuti di recupero, il risultato non cambia più e l’Inter può festeggiare un successo ottenuto gettando il cuore oltre l'ostacolo.

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FIORENTINA - L’ACF Fiorentina sbanca il campo dell’EA Guingamp e conquista matematicamente il primo posto nel Gruppo K di UEFA Europa League. Allo Stadio Roudourou, i Viola di Vincenzo Montella giocano in inferiorità numerica per tutto il secondo tempo ma vincono 2-1 con i gol nel primo tempo di Marco Marin ed Elhadji Babacar, che vanificano il sigillo su rigore di Claudio Beauvue.

Alla Fiorentina, già sicura della qualificazione, bastava non perdere per avere la matematica certezza di finire al primo posto nel suo girone. In Bretagna, malgrado l'assenza di diversi big e una ripresa in inferiorità numerica per l'espulsione di José Maria Basanta, i Viola non si sono accontentati e hanno conquistato la quarta vittoria su cinque, grazie a una partenza a razzo e a una grintosa difesa nelle fasi conclusive della sfida.

La Fiorentina, che ricorre a un abbondante turn-over e parte con un 3-5-2 con Marin in appoggio a Babacar nel reparto offensivo, ha un avvio fulminante. Dopo sei minuti Jonas Lössl, portiere dei francesi, riesce a salvarsi proprio sull’attaccante senegalese, ma deve inchinarsi alla successiva conclusione di Marin, smarcato da Alberto Aquilani: per il tedesco, in prestito dal Chelsea FC, è il primo gol in maglia Viola.

Passano pochi minuti e la squadra di Montella raddoppia. Juan Manuel Vargas, dalla sinistra, crossa alla perfezione per Babacar, il senegalese brucia tutti sul primo palo e batte ancora Lössl: l’attaccante 21enne può così festeggiare il primo gol in UEFA Europa League, dopo averne messi a segno quattro in campionato.

Superato lo shock iniziale e grazie a qualche correttivo tattico del suo allenatore, il Guingamp si riprende lentamente. E pochi attimi prima dell’intervallo torna in partita. L’arbitro punisce con il rigore un intervento di Basanta su Sylvain Marveaux ed espelle anche il difensore argentino ex CF Monterrey: dal dischetto, Beauvue spiazza Ciprian Tătăruşanu e dimezza lo svantaggio per la squadra di Gourvennec.

Nella ripresa Montella ridisegna la Fiorentina, inserendo Juan Cuadrado e Stefan Savić al posto di Marin e Andrea Lazzari. Ma sono i padroni di casa, alla ricerca del pareggio, a spingere. Beauvue si divora il pareggio dopo una travolgente azione di Marveaux, mentre un colpo di testa di Moustapha Diallo e una conclusione deviata da Nenad Tomović mettono i brividi a Tătăruşanu, ma per fortuna del portiere romeno il pallone esce in entrambe le occasioni.

Il Guingamp insiste, ma Beauvue pecca in più di una circostanza di precisione. Il portiere Viola si produce in una parata plastica sull’indemoniato Marveaux, mentre Sambou Yatabaré colpisce un’incredibile traversa con un colpo di testa da pochi centimetri sul corner di Ronnie Schwartz. Al 90’ Diallo trova il sospirato 2-2 per la squadra francese, ma il gol del pareggio è annullato per fuorigioco.

La Fiorentina porta a casa la quarta vittoria su cinque partite, resta imbattuta e conquista aritmeticamente il primato nel Gruppo K. L’ultima partita con la FC Dinamo Minsk, l’11 dicembre al Franchi, sarà una passerella. Il Guingamp, invece, si giocherà la qualificazione nello scontro diretto contro il PAOK FC.

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TORINO

Il Torino è propositivo fin dalle battute iniziali della sfida e nei primi 10’ di gioco si affaccia tre volte dalle parti di Matthew Ryan. Il portiere del Bruges non ha problemi a neutralizzare le conclusioni di Josef Martínez e Marco Benassi, entrambe poco insidiose, poi è Amauri, da buona posizione, a spedire il pallone oltre la traversa di testa sugli sviluppi di un traversone dalla sinistra.

Il Bruges resta a guardare per una ventina di minuti, ma al primo vero affondo va vicinissimo al gol con Nicolas Castillo, che trova la deviazione in corner di Daniele Padelli su invito di Víctor Vázquez da sinistra. Poco dopo è lo stesso Vázquez a cercare gloria personale con un siluro dalla distanza di che non inquadra la porta di un soffio, ma il Toro non ci sta e reagisce prontamente: Martínez chiude l’uno-due con Alessandro Gazzi e si presenta a tu per tu con Ryan, che in uscita bassa nega il vantaggio ai Granata.

La pressione dei padroni di casa si intensifica nel finale di tempo ed è ancora Martínez, di testa, ad andare vicino al gol. Pochi istanti più tardi ci prova anche Omar El Kaddouri da lontano, ma la sua conclusione non è precisa. La replica belga è affidata al solito Vázquez, che spaventa Padelli con un sinistro velenoso. Il risultato però non si sblocca e le squadre tornano negli spogliatoi ancora inchiodate sullo 0-0 dopo 45’ sostanzialmente equilibrati.

In avvio di ripresa il Toro va vicinissimo al vantaggio due volte in rapida successione. El Kaddouri si invola sulla sinistra, semina un nugolo di avversari e dopo essere entrato in area batte a colpo sicuro, ma Ryan si salva con un grande intervento. Subito dopo è Martínez a provarci con un destro di precisione: anche questa volta il numero uno del Bruges è bravissimo a opporsi con una parata a mano aperta.

Ryan è nuovamente decisivo su un siluro dalla distanza di Benassi, quindi è Pontus Jansson, di testa, a sfiorare il palo lungo sugli scviluppi di un corner. Il forcing del Torino ora è costante: Cristian Molinaro chiama all'ennesimo strepitoso intervento Ryan con una conclusione al volo dal cuore dell'area e subito dopo è Matteo Darmian a sfiorare il palo alla destra del portiere australiano.

I Granata ci provano fino alla fine e all'89' il subentrato Marcelo Larrondo sembra trovare il guizzo decisivo di testa, ma Ryan è un autentico muro e  si supera con un intervento superbo. E' l'ultima emozione di una sfida che il Torino chiude senza gol e con tanti rimpianti: la qualificazione ai sedicesimi di finale andrà guadagnata sul campo del già eliminato Copenhagen. (uefa.com)

 

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