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FIFA: la posizione di Federsupporter

Il 27 maggio 2015 è, forse, destinato a rimanere nella storia del calcio come il D-Day della liberazione dal marcio che su di esso gravava e grava da circa un ventennio. Tale data, infatti, con le debite proporzioni, può essere accostata a...

Monica Valendino

Il 27 maggio 2015 è, forse, destinato a rimanere nella storia del calcio come il D-Day della liberazione dal marcio che su di esso gravava e grava da circa un ventennio.

Tale data, infatti, con le debite proporzioni, può essere accostata a quella del 6 giugno 1944 in cui gli Alleati, pure in quell’occasione in gran parte americani, cominciarono a liberare il continente europeo dalla sopraffazione di una dittatura oppressiva e spietata.

Ed è evidentemente un segno del destino che a “ liberarci” siano ancora una volta gli americani.

Colpiscono particolarmente alcune dichiarazioni del Procuratore Generale degli Stati Uniti e del Direttore dello FBI nella Conferenza stampa tenutasi ieri, 27 maggio, quali quelle sulla volontà di un  “ calcio libero”dalla corruzione che era ed è diventata un elemento sistemico di esso.

Né è da sottovalutare il fatto che, per  combattere e reprimere tale corruzione, siano stati impiegati, per tre anni, risorse e strumenti non diversi da quelli utilizzati contro il terrorismo internazionale e che l’indagine, nel momento in cui il “soccer” comincia ad assumere una certa rilevanza anche nell’ambito sportivo statunitense, sia un chiaro monito per tutti a “ non scherzare con il fuoco”, considerata anche l’effettività delle pene negli USA.

E, ancora una volta, il confronto con il nostro Paese appare impietoso.

Basti pensare che, mentre, immediatamente dopo le dichiarazioni americane, il Presidente della UEFA, Platini, ha preso una posizione netta, forte e chiara, la FIGC si è limitata ad un laconico ed agnostico, quanto imbarazzato ed imbarazzante, “no comment” , che si commenta da solo.

Nonostante le varie “ Calciopoli”, “ Calcioscommesse”e, ora, Dirty Soccer”, che hanno disvelato e stanno disvelando un sistema analogo a quello oggetto dell’indagine americana, nonostante tutto quello che la giustizia ordinaria e- timidamente- quella sportiva, nonché le cronache, hanno già acclarato e reso manifesto, nulla o quasi nulla è cambiato nel nostro calcio, anzi, se possibile, tutto è addirittura peggiorato e sta peggiorando.

Mentre negli Stati Uniti, come si può constatare, si vuole e si pretende un “ calcio libero” dal malaffare, da noi ci si affanna sulla “commissariabilità” di una FIGC, nel cui ambito non si sa che cosa di peggio possa ancora avvenire sotto molteplici aspetti.

Si ha che : il Presidente della stessa FIGC sia stato inibito per sei mesi dal rappresentarla a livello internazionale a seguito di dichiarazioni discriminatorie in base al colore della pelle ed alla razza; un Presidente della Lega Pro sia stato inibito anch’egli per quattro mesi per comportamento antisportivo; un Presidente della Lega Nazionale Dilettanti sia stato sfiduciato a seguito di dichiarazioni discriminatorie in base al genere ed alle inclinazioni sessuali; un Consigliere e membro del Comitato di Presidenza federale sia stato condannato , in via definitiva, per un delitto finanziario, nonché sia stato riconosciuto, sempre in via definitiva, tenuto al risarcimento dei danni nei confronti della FIGC a seguito del delitto di frode sportiva dichiarato estinto per prescrizione.

Quello stesso Consigliere e membro del Comitato di Presidenza nei cui confronti sono stati dichiarati estinti per prescrizione i delitti di manipolazione del mercato finanziario e di ostacolo all’attività di vigilanza della Consob e che la Corte di Cassazione ha qualificato come colui che ha ordito “ un complesso disegno criminoso” a danno dei piccoli azionisti della Società dal medesimo controllata.

Quanto alla prescrizione, è opportuno precisare che essa deve essere dichiarata d’ufficio dal giudice quando dagli atti non risulti evidente che il fatto non sussiste o che l’imputato non lo ha commesso o che il fatto non costituisce reato : insomma allorchè l’imputato non possa essere assolto ( art. 129, comma 2, CPP).

La prescrizione, pertanto, mentre estingue l’illiceità penale del fatto, non ne estingue l’illiceità civile, amministrativa o disciplinare.

Aggiungasi che la prescrizione è sempre espressamente rinunciabile dall’imputato ( art. 157, penultimo comma, CP) che intenda veder affermata la propria innocenza.

Circa, poi,  la regolarità dei Campionati, si tenga presente che al Campionato di Serie A in corso è stata ammessa a partecipare una società che, con ogni evidenza, non ne aveva i requisiti economico-finanziari, tanto è vero che è stata successivamente dichiarata fallita, alterando di fatto la regolarità dello stesso Campionato.

Peraltro, come sembra, vi sono altre società, appartenenti ad ogni Serie che presentano o potranno presentare la stessa mancanza di requisiti, con tutto ciò che ne consegue o potrà conseguire sempre sul piano della regolarità dei Campionati.

A riprova di ciò, si citano, di seguito, i dati di cui  al recente “Report Calcio 2015” della Arel, PWC e FIGC, secondo cui : “La continuità aziendale di alcuni club è a rischio e casi eclatanti come quelli occorsi nella presente Stagione Sportiva confermano purtroppo il trend che ReportCalcio 2015 evidenzia: i ) la crescita dell’indebitamento totale ( in Serie A e B, rispettivamente del 5 % e 40 %) è il fattore da monitorare con maggiore attenzione; ii) il patrimonio netto aggregato è in costante diminuzione ( - 6,7%), a conferma della necessità di attrarre nuovi investitori; iii) le penalizzazioni per violazione delle norme finanziarie sono rilevanti ( 11 punti solo in Serie B); ed infine, iv) le licenze UEFA non concesse sono troppe e sintomatiche delle attuali criticità (9 club su 21 non hanno ottenuto la licenza)”.

Per non parlare, altresì, dell’attribuzione e ripartizione dei ricavi da diritti televisivi, magna pars di quelli totali delle società calcistiche, gestite da Infront, “advisor” della Lega Calcio di Serie A e, nel contempo,  di un numero consistente di società, dando così luogo a palesi situazioni di conflitto di interessi; attribuzione e ripartizione, d’altronde, oggetto di indagine per limitazione della concorrenza da parte dell’Autorità Antitrust.

Va sottolineato, inoltre, come la giustizia sportiva, nei suoi vari gradi, abbia finito per trattare gravi e diffuse ipotesi di illecito sportivo alla stregua di “ divieti di sosta”, passando progressivamente dal richiedere indizi circa la ragionevole probabilità dell’illecito al richiedere la prova, pressoché diabolica, di tale illecito, adottando, pur avendo affermato che il giudizio disciplinare sportivo differisce da quello penale, il principio, tipicamente penalistico, dello “ in dubio pro reo”, molto prossimo al principio dello “ oltre ogni ragionevole dubbio”.

A fronte di tutto ciò, il Presidente del Consiglio dei Ministri ha pubblicamente dichiarato, pochi giorni fa, che, subito dopo il 31 maggio prossimo, data di elezioni amministrative, aprirà un Tavolo di confronto con tutti i soggetti che hanno a che fare con il mondo dello sport e, in particolare, del calcio per ripulirlo e riformarlo, affinchè esso sia , non solo a parole, ma nei fatti, conforme a quei valori e principi di lealtà, correttezza e probità che ne costituiscono – dovrebbero costituire- la peculiarità rispetto a qualsiasi altro ordinamento.

Valori e principi che, è bene ribadirlo, sono le fondamenta dell’autonomia riconosciuta all’ordinamento sportivo; autonomia che, però, finora, è stata, spesso strumentalmente, malintesa come separatezza dall’ordinamento statale e come diritto all’autoreferenzialità ed all’impunità.

Autonomia che, viceversa, così come quella di altri ordinamenti settoriali ( sindacati, partiti politici) si esercita nei limiti in cui essa sia rispettosa delle leggi e non incida su diritti rilevanti nell’ordinamento giuridico generale.

Autonomia che, dunque, relativamente all’ordinamento sportivo, è assoluta ed esclusiva solo per quanto attiene alle regole tecniche del gioco, rispetto alle quali lo Stato è indifferente.

Al Presidente del Consiglio dei Ministri Federsupporter, come già in precedenza annunciato, trasmetterà nelle prossime ore un ampio e dettagliato “Dossier” su quelli che essa ritiene essere i principali e più importanti problemi del nostro calcio che vanno affrontati e risolti, evitandosi operazioni di “maquillage”, di pura facciata, all’insegna del “ tutto cambi perché tutto resti come prima”.

Un Tavolo  di confronto, quello voluto dal Presidente del Consiglio dei Ministri, dal quale non può rimanere assente la voce dei tifosi, collettivamente rappresentati per il tramite di un Ente esponenziale dei loro diritti ed interessi, quale è Federsupporter, già riconosciuta tale dall’Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive, dalla Magistratura amministrativa ( TAR e Consiglio di Stato) e da quella penale ( Tribunale di Cremona).

Quei tifosi, fino ad oggi, totalmente emarginati dalle Istituzioni dello sport  poiché non facenti parte dell’ordinamento sportivo, come se, per esempio, gli studenti fossero ritenuti estranei al mondo della scuola, ritenendo che ne facciano parte  solo coloro che in tale mondo lavorano.

Senza mai dimenticare che i tifosi sono i principali finanziatori dello sport e, in primis, del calcio : sia direttamente con il ticketing e il merchandising, sia indirettamente con l’acquisto di abbonamenti alle payTV ( non a caso, a questo proposito, uno degli slogan preferiti di Federsupporter, parafrasando il celebre “ no taxation without representation”, è “ no payment without representation”).

Quegli stessi tifosi finora considerati come meri soggetti passivi destinatari di ogni sorta di divieti, restrizioni, limitazioni di libertà personali fondamentali, di sanzioni, amministrative, penali e sportive, ma, nel contempo, privi e privati di, sia pur elementari ed essenziali, diritti attivi di cittadinanza nell’ordinamento sportivo.

Anche i sostenitori italiani hanno il diritto, come ha detto il Procuratore Generale degli Stati Uniti, ad un calcio “libero”, non gravato da corrotti e corruttori, non rappresentato da “ impresentabili”, in cui chi sbaglia paga, ma sul serio e senza eccezioni, in cui, finalmente, lealtà, correttezza e probità non siano più un mero flatus vocis o una favoletta ad uso di bambini ingenui o, peggio, stupidi.

 

Avv. Massimo Rossetti 

( Responsabile dell’Area Giuridico-Legale)

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