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Gazzetta: Parma, futuro buio

La giostra si ferma: il Parma Football Club è fallito. La sentenza del tribunale arriva nel primo pomeriggio, quando la squadra di Donadoni sta disputando l’amichevole contro il Fidenza, società di Serie D, proprio la categoria dalla quale, se...

Monica Valendino

La giostra si ferma: il Parma Football Club è fallito. La sentenza del tribunale arriva nel primo pomeriggio, quando la squadra di Donadoni sta disputando l’amichevole contro il Fidenza, società di Serie D, proprio la categoria dalla quale, se non interverranno munifici investitori, i gialloblù ripartiranno la prossima stagione. La vittoria per 6-0 (con tripletta di Coda) è un raggio di sole in fondo a un tunnel che più buio non potrebbe essere. E, guardando la faccenda con gli occhi proiettati al futuro, questa non è altro che un’anticipazione di ciò sarà. Il Parma, secondo quanto disposto dal giudice, avrà la possibilità di concludere il campionato, poiché è stato concesso il cosiddetto «esercizio provvisorio» e i due curatori fallimentari Angelo Anedda e Alberto Guiotto potranno disporre dei 5 milioni stanziati dalla Lega a favore del club. In serata in sindaco Federico Pizzarotti ha restituito lo stadio Tardini ai due curatori fallimentari. Il dopo è un punto interrogativo sopra una montagna di debiti. Il presidente federale Tavecchio si dice soddisfatto della decisione, poiché si apre «una nuova fase che consente il proseguimento dell’attività» e sono state «gettate le basi per l’auspicabile salvataggio della società». Ora, prosegue Tavecchio, nel Consiglio Federale del 26 marzo, saranno messe «in votazione norme importanti finalizzate al miglioramento delle garanzie per la solidità del sistema». 

LA GRANDE VELOCITA’ L’arresto di Giampietro Manenti, mercoledì mattina, nell’ambito di un’inchiesta sul riciclaggio di denaro, è risultato fondamentale per l’accelerazione della procedura. Il presidente in carica non ha mandato alcuna memoria scritta, il Collegio Sindacale del Parma, rappresentato da Osvaldo Riccobene, non si è opposto alla richiesta di fallimento avanzata dai cinque creditori (quattro procuratori sportivi e un’azienda) e dalla Procura della Repubblica e l’udienza è durata poco meno di mezz’ora. Nella sentenza, pubblicata nel portale «fallimentiparma.com», si legge tra l’altro che il debito lordo del Parma FC è di 218.446.754,61 euro: un buco impressionante. E ancora più impressionante risulta il patrimonio netto negativo che dà l’esatta dimensione dello stato dell’azienda: 46.696.901,95 euro. Considerando che il capitale sociale era di 20 milioni, ciò significa che i soldi finiti nel nulla sono più di 66 milioni. Ma il dato più preoccupante è quello che riguarda i debiti sportivi: sono 74.360.912, di cui 63.039.920 da versare ai giocatori e ai tesserati Figc. Secondo le attuali norme, per mantenere il titolo sportivo (quindi restare nella categoria conquistata sul campo che, nel caso del Parma, sarebbe la Serie B, essendo la retrocessione praticamente inevitabile) si devono pagare tutti i debiti sportivi della stagione al momento dell’acquisto all’asta del club. La domanda è: chi è quell’imprenditore, o quella cordata di imprenditori, che investe un centinaio di milioni (74 per saldare i debiti e il resto per costruire una squadra da Serie B) per una società che non garantisce grande visibilità e non partecipa alla Serie A? I Paperoni sono i benvenuti, ma dubitiamo che ci sia la fila fuori dalla sede del Parma...

L’INTOPPO Esiste un altro ostacolo all’eventuale vendita della società e riguarda il centro sportivo di Collecchio. L’impianto non rientra nella disponibilità del Parma FC, ma fa parte della Eventi Sportivi Spa, società controllante del club con sede legale a Brescia. Per la Eventi Sportivi, che fa capo ancora a Manenti, e che vanta un credito (a questo punto inesigibile) di più di 30 milioni, non è stata avviata alcuna procedura fallimentare. Quella sarà la strada, perché la Eventi Sportivi esiste soltanto in quanto detentrice delle quote del Parma FC, ma il centro sportivo dovrà poi essere acquistato all’asta, e non rientrerà nel pacchetto che comprende anche il club. Un problema non piccolo per chi abbia intenzione di diventare padrone del nuovo Parma, anche perché non si conoscono i tempi del probabile, ma non ufficiale, crac della Eventi Sportivi che dovranno essere stabiliti dal tribunale di Brescia. Un intreccio di società che, di fatto, paralizza l’attività di vendita. E sulla vicenda del Parma e della sua controllante restano puntati i fari della Procura che ha aperto un fascicolo penale per bancarotta fraudolenta e concorso nel medesimo reato a carico di Tommaso Ghirardi e Pietro Leonardi. Insomma, per i magistrati il lavoro è soltanto all’inizio.

LA STRATEGIA Se il presente è garantito, e dunque la squadra di Donadoni potrà giocare domenica contro il Torino, anche perché i due curatori fallimentari si sono recati immediatamente al centro sportivo di Collecchio e hanno incontrato giocatori e staff tecnico rassicurandoli sulle prossime azioni, restano parecchi dubbi. Il compito dei curatori, che sono pubblici ufficiali, è quello di tutelare i creditori e Alessandro Lucarelli, il capitano-sindacalista, è tra l’altro stato inserito dal tribunale nel comitato dei creditori. Toccherà ai due professionisti studiare la strategia migliore per portare denari in cassaforte, oltre a quelli già stanziati dalla Lega Calcio. Tutti questi soldi serviranno a soddisfare chi deve ancora riceverne dal Parma Football Club (e non sono pochi...). A cominciare da dipendenti, operai, impiegati e collaboratori, che alla fine di ogni mese hanno mutui e bollette da pagare...

Tratto dalla Gazzetta dello Sport

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