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Buffon: Meret e Scuffet saranno il futuro della Nazionale

Il portiere azzurro e della Juventus si è espresso così sugli estremi difensori bianconeri: "Sono partiti in svantaggio rispetto a Donnarumma, ma saranno inseriti in pianta stabile nella rosa dell'Italia"

Castellini Barbara

Dimenticare in fretta la delusione in Champions League e cercare l'immediato riscatto con la maglia azzurra. A una settimana esatta dalla tremenda sconfitta nella finalissima con il Real Madrid, Gianluigi Buffon è pronto a scendere in campo per difendere la porta della Nazionale in una gara che, sulla carta (e non solo), appare molto più che alla portata per gli uomini di Gian Piero Ventura. "Sono molto contento di essere qui e giocare in Nazionale - le prime parole dell'estremo difensore della Juventus in conferenza stampa - e ho anche entusiasmo, bisogna averlo, visto che giochiamo una gara che vale una qualificazione ai Mondiali. Nel corso della mia carriera ho vinto molto, ho perso tanto.. ma ho avuto la fortuna di giocare per obiettivi importanti e quindi c'è il rischio di perdere".

Buffon, dove si trovano gli stimoli per affrontare il Liechtenstein?

Gli stimoli ci sono, altrimenti non sarei un professionista, non sarei un capitano e non avrei fatto 23 anni di carriera. Abbiamo un obiettivo importante da raggiungere, poi ci pensa il mister a stimolarci. La soddisfazione più grande è fare bene il mio lavoro senza avere rimpianti ed è la cosa per la quale lavoro ancora.

C'è un rischio di "deconcentrazione", dal momento che la vera gara sarà quella con la Spagna in programma il 2 settembre?

Vincere con la Spagna sarebbe un'onda lunga di un percorso iniziato tre anni fa. Di tappe intermedie ce n'è solo una, quella di domani. Speriamo di aver messo nelle gambe e soprattutto nella testa le giuste energie, dobbiamo entrare in empatia con gli eventi e con le partite importanti.

Ci pensa al fatto che il prossimo anno potrebbe diventare il giocatore con più partite in Nazionale di sempre?

Non penso di poter arrivare a quel traguardo, che dista 15-16 partite, in un anno non credo di riuscire a farle. Probabilmente il prossimo potrebbe essere l'ultimo anno in azzurro e io voglio disputarlo da protagonista, come ho sognato di fare sempre, ci vorrà il Buffon migliore, attento ai dettagli, desideroso di lasciare il segno.

Immobile ha dichiarato che a livello di atteggiamento la Spagna ha un vantaggio: per l'Italia subire due tiri in porta significa quasi un dramma, mentre loro sono più tranquilli. E' d'accordo?

Si impara molto di più dalle esperienze negative che da quelle positive, lo dico senza retorica. Nel gestire certi momenti tutto ha un peso. Italia e Spagna si sono affrontate tantissime volte, e sinceramente, se escludiamo quella finale sciagurata all'Europeo, abbiamo sempre ben figurato. Con le nostre virtù e con maggiore consapevolezza dei nostri limiti possiamo fare bene. Di certo dobbiamo commettere meno errori in futuro.

Infine, come valuta i suoi neo-compagni di reparto Meret e Scuffet?

Il Friuli si conferma terra di portieri. Io stesso sono per il 50 per cento friulano e questo ha sicuramente inciso nella mia carriera. Meret e Scuffet sono due ragazzi giovani di prospettiva, ma anche di presente. Hanno la sfortuna di avere davanti o di essere partiti in svantaggio rispetto a Donnarumma, portiere non solo di prospetiva ma anche di grande presente. Ma sono certo che i ragazzi dell'Udinese a breve li troveremo in pianta stabile nella Nazionale.

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