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Croazia: polemiche per lo stadio vuoto con l’Italia

La decisione della Uefa che impone alla Croazia di giocare a porte chiuse la partita contro l’Italia del 12 giugno, valida per le qualificazioni europee, per il comportamento razzista dei suoi sostenitori in occasione dell’incontro...

Monica Valendino

La decisione della Uefa che impone alla Croazia di giocare a porte chiuse la partita contro l'Italia del 12 giugno, valida per le qualificazioni europee, per il comportamento razzista dei suoi sostenitori in occasione dell'incontro Croazia-Norvegia dello scorso 28 marzo, ha suscitato costernazione, incredulità e proteste dei vertici della Federcalcio a Zagabria. "Certo, faremo riscorso alla Uefa, ma siamo consapevoli che le possibilità che venga accolto sono minime, le regole sono chiare e vanno rispettate", ha commentato il presidente della Federcalcio croata, Davor Suker, definendo la punizione "la più drastica che la Uefa abbia mai imposto alla Croazia"."Le conseguenze per il calcio croato, e non solo, avranno un effetto molto negativo, una perdita di milioni di euro, anche in introiti turistici", ha aggiunto Suker, per il quale solo dalla vendita dei biglietti erano attesi 500 mila euro. Oltre all'incontro con l'Italia a porte chiuse, la Federazione calcistica croata dovrà pagare anche un'ammenda di 55 mila euro. Per altri dirigenti, la punizione della Uefa "è troppo drastica e ingiusta". E intanto si è scatenata la polemica tra la Federcalcio e la direzione della squadra Hajduk, di Spalato. Da anni dal capoluogo della Dalmazia accusano la direzione del calcio croato di favorire la Dinamo di Zagabria e lo stadio della capitale. Solo mezz'ora prima che si sapesse della decisone della Uefa, la Federcalcio aveva deciso di disputare la partita contro l'Italia a Spalato e ora si ritrova con uno stadio vuoto.

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