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Lazio, Dalla Grande gioia alla Grande depressione

Lazio-Udinese alla ripresa del campionato metterà di fronte due squadre che hanno vivendo, per diversi motivi, la contestazione dei tifosi. A Udine si protesta per il nome dello stadio abbinato allo sponsor e, soprattutto, per la cessione di...

Monica Valendino

Lazio-Udinese alla ripresa del campionato metterà di fronte due squadre che hanno vivendo, per diversi motivi, la contestazione dei tifosi. A Udine si protesta per il nome dello stadio abbinato allo sponsor e, soprattutto, per la cessione di Pinzi. A Roma il discorso è più mio e riguarda le scelte fatte dal club, che a detta di molti tifosi ha indebolito la squadra.

La Gazzetta dello Sport ha fatto il punto della situazione: Dalla grande gioia alla grande depressione nel giro di tre mesi. Cose da Lazio. Il cui ambiente è storicamente incline a cambi di umore che definire repentini è poco. Tre mesi fa, era la notte del primo giugno, a Formello c’erano 7 mila tifosi impazziti a festeggiare il terzo posto in campionato. Ieri, sempre a Formello, il deserto totale. Che fa seguito a giorni di contestazioni e malumori. Piazza schizofrenica? No, la volubilità stavolta è più che comprensibile. Perché alla stagione scorsa, sorprendentemente positiva, ha fatto seguito un avvio di quella nuova che ha vanificato quanto di buono fatto fino a maggio. È sfumata la possibilità di arricchire la bacheca del club con un nuovo trofeo, la Supercoppa (dopo che era già svanita la Coppa Italia), ma soprattutto non si è concretizzato il sogno Champions, un tempo approdo naturale per i biancocelesti e ora diventato una chimera.  

 Il refrain, tra i laziali, è uno solo: ancora una volta la Lazio di Lotito ha fallito l’appuntamento con il definitivo salto di qualità. Un concetto riduttivo rispetto a quanto fatto dalla società negli ultimi anni, ma che rende l’idea. Sul banco degli imputati c’è soprattutto l’uomo al timone societario da undici anni. Un classico, visto che Claudio Lotito viene stabilmente contestato dagli ultrà (ma non solo da loro) a prescindere da quello che fa.

RIMPIANTI E PROTESTE Mercato ineccepibile, dunque, ma nell’anno sbagliato. Perché la grande occasione della Champions avrebbe dovuto dettare un cambio di strategia. Puntare su elementi maturi sarebbe stato molto più utile. E lo si poteva fare a parità di investimenti, visto che la Lazio ha comunque speso (uscite per 14 milioni, a fronte di 3 milioni di entrate). Lo stesso Matri sarebbe stato meglio prenderlo prima del doppio confronto col Leverkusen. E infatti ieri a Fiumicino non c’era neppure un tifoso ad accoglierlo. 

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