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Stop agli arbitri d’area, costano troppo…

Recuperare circa un milione e mezzo di euro tagliando gli arbitri d’area. Sarebbe questa una delle soluzioni allo studio della Federcalcio per far fronte al taglio pesante operato dal Coni ai contributi. Una mossa che, fatalità, ben si...

Monica Valendino

Recuperare circa un milione e mezzo di euro tagliando gli arbitri d’area. Sarebbe questa una delle soluzioni allo studio della Federcalcio per far fronte al taglio pesante operato dal Coni ai contributi. Una mossa che, fatalità, ben si concilierebbe (nella visione federale) con l’introduzione della tecnologia per il gol-non gol. Anche se, bisogna ricordarlo, l’uso degli additional permette di prevenire una serie di altre infrazioni (non sempre, a dire il vero) in area di rigore che la Gol Line Tecnology ovviamente non si può permettere. Potete chiedergli di beccare il pallone dentro o fuori, non di incutere timore nel roccioso difensore, che si sentirebbe non più “osservato speciale” e dunque libero di usare tutte le maniere - lecite e non - per fermare gli avversari. Ma tant’è, il momento di crisi è quello che è, bisogna tirare la cinghia e per farlo al quinto piano di via Allegri starebbero, potrebbero pensare anche a questa soluzione. In questo senso, le parole di Nicchi di lunedì («Quelli per la tecnologia sono soldi sprecati») assumono tutt’altra prospettiva e devono essere lette in maniera diversa.

Sforbiciata. La Federcalcio è pronta ad operare una pesante spending review, visti i tagli del Coni. Anche dopo gli accordi sulla possibilità da parte della Figc di mettere subito a bilancio le prossime due mutualità e il credito vantato nei confronti del Palazzo dei Cinque Cerchi: le perdite sono state ridotte ma non cancellate. Bisogna raschiare da qualche parte, nelle stanze che contano stanno studiando il piano delle sforbiciate. Ed una dovrebbe colpire proprio l’Associazione Italiana Arbitri, che già di suo non naviga certo nell’oro, visto che (esclusa l’élite della serie A), più si scende verso il basso, più la voce rimborsi si assottiglia, anche in maniera preoccupante, fino a diventare quasi volontariato nelle categorie giovanili. Aver recuperato per le prossime due stagioni (2014-15 e 2015-16) 9,2 milioni più il credito (circa 2,6 milioni), in maniera che il taglio del Coni arrivi a circa 13 milioni, non ha messo al sicuro gli arbitri. Ed a rischiare di più sono proprio gli addizionali, l’esperimento voluto da Platini e studiato da Collina per disinnescare la mossa di Blatter di aprire alla GLT dopo il gol fantasma di Germania-Inghilterra 4-1 ai Mondiali del 2010. La loro popolarità sale o scende a seconda da che parte si guarda la faccenda. Ed in questo momento, soprattutto in Italia, più che un deterrente (teorico, eh?) per i falli in area di rigore, vengono visti come un assegno da mille euro, visto che a tanto ammonta il loro gettone di presenza a partita (spese di viaggio, vitto e alloggio escluse), moltiplicato per due e staccato ad ogni partita di campionato di serie A.

Pro e contro. Bisognerà ovviamente valutare i pro e i contro di questa operazione. E non basta dire che, in un momento di crisi generale, dove tutti fanno economia, nessuno può tirarsi indietro. Perché bisogna vedere che ricaduta può avere un taglio del genere, sia a livello tecnico che a livello politico. Vero, in Italia gli arbitri d’area (anche abbastanza famosi) spesso combinano più disastri che altro, spesso le scelte di come alternarli lungo la linea di fondo sono discusse e discutibili. Però altrove funzionano: prendiamo la Champions, ad esempio. O l’Europa League. Indubbiamente, non sono infallibili ma contribuiscono a ridurre il numero degli errori. «Non sono lì solo per controllare la linea di porta» ha sempre sostenuto Collina, il capo degli arbitri europei. Fra l’altro, dismetterli significherebbe schierarsi decisamente contro Michel Platini, che li ha voluti. Ma forse quest’ultimo passo è già stato compiuto, quando Tavecchio ha aperto a Blatter le porte dell’Italia come terreno di sperimentazione per nuovi usi della tecnologia...

Corriere dello Sport

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