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Tavecchio decide «Tecnologia sul gol dalla Serie A ’15-’16»

La linea di confine dalla quale non si torna Carlo Tavecchio l’ha superata ieri in un pomeriggio senza clamori né risse verbali. È una linea di gesso. E il suo gol si chiama tecnologia. Meglio: «Goal line technology». Nessuna moviola potrà...

Monica Valendino

La linea di confine dalla quale non si torna Carlo Tavecchio l’ha superata ieri in un pomeriggio senza clamori né risse verbali. È una linea di gesso. E il suo gol si chiama tecnologia. Meglio: «Goal line technology». Nessuna moviola potrà mai confutarne la regolarità. Partirà dalla prossima stagione e il presidente federale l’ha già messa in calendario, «attivando la procedura di messa in atto» e istituendo una commissione ad hoc, affidata al d.g. Michele Uva, con la partecipazione delle leghe, «cui spetterà di decidere nelle rispettive assemblee se usare o meno, e da quando, lo strumento tecnologico». 

SI PARTE La Serie A 2.0 è l’idea giovane di Tavecchio per il prossimo campionato. Come già avviene in Premier League e presto pure in Bundesliga: più vicini all’Europa che conta. Nelle carte dello studio di fattibilità quattro progetti si muovono in parallelo. I costi per l’installazione delle apparecchiature fisse saranno «a carico esclusivo dei club di Serie A», ha ribadito Tavecchio (a corto di fondi), e si aggirano per stadio attorno ai 160 mila euro. I club sembrano del tutto compiaciuti: emblematica la lettera recapitata in Federcalcio dal vicepresidente rossonero Adriano Galliani dopo Milan-Udinese del 30 novembre, nella quale il dirigente sollecitava i vertici federali «a dotarsi di un sistema tecnologico di lettura certa e sicura di episodi» come quello relativo al difensore Rami, il cui colpo di testa nel primo tempo del match a San Siro era sembrato in effetti più gol che non gol (solo una minima porzione di palla era rimasta sulla linea...).

SPONSOR Il progetto prevede il coinvolgimento del maggior numero possibile di sponsor, disposti in futuro magari a estendere l’iniziativa anche alla B. L’idea è quella di investire Infront, advisor della Lega, del reperimento di nuovi finanziatori del prodotto tecnologico e di dare così la stura in futuro ad altri interventi tutti ispirati all’introduzione di nuovi strumenti di lavoro per gli arbitri, quali l’uso del cellulare e dell’Ipad in campo (non ammessi però dall’International Board).

ARBITRI La scelta non può essere disgiunta dal ruolo degli arbitri di porta, destinati a essere confermati. O «arbitri d’area», come ama definirli (non a caso) il presidente dell’Aia Marcello Nicchi. Che ieri, al termine del Consiglio federale, ha mostrato tutta la sua disponibilità a collaborare, precisando come la tecnologia non escluda affatto gli arbitri (ci sono anche tutti i contatti in area da monitorare): «I nostri uomini per ora resteranno, perché la tecnologia arriverebbe in aggiunta agli stessi. Andiamo avanti così, ma non è tanto un problema di tempi a questo punto, quanto di soldi: vedremo chi finanzierà il progetto». La strada, del resto, è già tracciata: all’Europeo 2016 arbitri di porta e «Goal line technology» coabiteranno.

Tratto dalla Gazzetta dello Sport

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