Italia paese di tuffatori. Guidolin: “Mai visti in Inghilterra”

«Non ho mai visto una simulazione da quando sono qui, né di un mio giocatore né di un avversario. Proprio non esiste quest’idea di tuffarsi, è una questione di cultura. Dell’arbitro non ci si preoccupa, non è come da noi, il direttore di gara non è visto come un qualcosa da cui dipende la vittoria o la sconfitta di una squadra. La simulazione quindi è fuori discussione». Così Francesco Guidolin al Corriere della Sera sui tuffatori in area, fenomeno tipicamente italiano.

[fnc_embed]<iframe framespacing='0' frameborder='no' scrolling='no' src='http://video.corriere.it/video-embed/9d734200-fa4d-11e5-9ffb-8df96003b436' width='540' height='340'></iframe>[/fnc_embed]

Il gallese Mark Hughes, ex centravanti del Chelsea e oggi allenatore dello Stoke, chiarisce le differenze culturali: «La simulazione viene giudicata in modo diverso in altri Paesi. Ci sono posti un cui tuffarsi, accentuare una caduta o trarre in inganno l’arbitro è considerata una grande abilità. Questo modo di pensare è lontanissimo da chi segue il calcio in Inghilterra».