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E’ ora che si parli di Udinese…

Verissimo quello che ha detto Pozzo: lo stadio è fatto, un gioiello, ma è finito. Ora serve riempirlo di Udinese. Dal presente al futuro prossimo è questo quello che conta

Monica Valendino

E' sacrosanto quello che ha detto Gianpaolo Pozzo a questo giornale. "E' ora che si parli di Udinese". Basta stadio e questioni limitrofe: si parli di squadra, perché è quella, anzi è l'unica che può animare il Friuli.

Ma parlare di Udinese significa sempre partire dal presente che non è di certo roseo: De Canio è arrivato come una ventata di aria primaverile in un ambiente stantio, nervoso, cupo. In dieci giorni ha cambiato molto, ma cambiare una squadra in poco tempo non è facile.

Il Sassuolo ha detto che l'Udinese c'è, nonostante qualche falla di troppo sulla chiglia. Però già l'approccio dei giocatori è stato diverso e ora si deve quindi lavorare non più sul gruppo (che c'era anche prima, ma andava gestito meglio), ma su due cose, l'aspetto fisico e la fase offensiva.

Ed è proprio su questi punti che Gigi da Matera ha iniziato. Nove settimane per arrivare alla salvezza, senza fare troppi calcoli e crearsi aspettative che tutto si risolva in breve. La malattia di cui soffriva l'Udinese era atavica e profonda, per cui la cura antibiotica che il tecnico sta apportando darà i frutti, ma non ci si attenda una trasformazione immediata. Meglio pensare a questo finale come una tabellina, cercando di portare a casa quegli otto, nove punti che mancano. Missione possibile vista la rosa, l'entusiasmo che si è ricreato e qualche individualità che di certo non manca. Ma ovviamente la carta è una cosa, il campo un'altra.

Poi, una volta raggiunta la salvezza, sarà davvero tempo di futuro. De Canio, per stessa ammissione di Pozzo, potrebbe anche rimanere: il suo futuro è legato da come salverà la squadra. La seconda chance dopo il lavoro interrotto 15 anni fa è nella testa del Paròn che non vuole più azzardare dopo due stagioni a dir poco incolori. Per cui se Gigi riuscirà a confermare quanto di buono si è già visto si potrà puntare ancora su di lui.

Ma saranno i giocatori a essere determinanti: c'è chi si è già scatenato a dire chi dev'essere bocciato di questa rosa, ma si deve ristrutturare, non ricostruire da zero altrimenti si rischia nuovi campionati flop. Per cui accanto alle certezze che si sono comunque ribadite, servirà apporre gli innesti giusti: Samir, Verre, Jankto, e una punta che sappia regalare almeno 15 gol sono gli obiettivi.

L'importane è mettere l'Udinese al centro del progetto: tutto il resto è contorno. Si parli bianconero, si parli di squadra, si pallidi ambizioni, perché senza queste componenti non rimane che ammirare lo stadio.

 

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