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L’amaro di Udine…

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Per ora, per i tifosi dell'Udinese più che sapore di grappa o vino, c'è il gusto dell'Amaro di Udine...

Paolo Minotti

Udine e il Friuli sono note in tutto il mondo per il vino, la grappa e la birra, ma quello che ultimamente sembra dilagare, soprattutto tra i tifosi dell'Udinese, è l'amaro. Eh si, perchè di fronte ai finti proclami delle ultime stagioni da parte della società, i tifosi bianconeri hanno dovuto farne largo consumo per cercare di digerirne la  pesantezza.

E anche quest'anno non è da meno,  infatti è impressa nella memoria di tutti i presenti allo Stadio Friuli nell'ultima partita casalinga contro il Carpi, le parole di Pozzo, e nei giorni a seguire del figlio Gino : rifondazione, ricostruzione, pulizia, italianizzazione, per evitare un'altra annata come quella conclusa.

Ed invece si è ripartiti dalla stessa squadra, dagli stessi giocatori, conducendo operazione di mercato molte dubbie, come ad esempio lasciarsi scappare Verre per far spazio ad un altro straniero come Fofana, andando a pescare Ewandro per abbandonare probabilmente la pista Lasagna, addolcendo la pillola con il solo arrivo di Angella. Questo non  può bastare.

Puntare tutto sul riscatto e sulla voglia dei giocatori appare alquanto azzardato, conoscendo i problemi di attenzione di alcuni, le lacune tecniche di altri, un centrocampo uscito da un libro di Milan Kundera, la lentezza, con protagonisti Guilherme, Lodi e Hallfredsson, ma soprattutto i molti problemi di spogliatoio.

Iachini avrà un lavoro difficile da portare avanti, ed il fatto che abbia imputato le prime sedute di allenamenti sulla parte tattica, fase di possesso e non possesso palla, con palla coperta e scoperta, allenando l'attenzione, la posizione, la lettura dell'azione e le contro misure,  pare davvero tutto un dire.

Senza dimenticare le voci sulla Red Bull e sui problemi finanziari a Granada.

Fiducia ad interim, ma l'amaro resta in bocca.

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