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Udinese, pessimismo o ottimismo?

L'Udinese sconfitta aFirenze torna nel limbo: ci sono segnali sia positivi sia negativi, intanto all'orizzonte ecco l'Inter capolista

Monica Valendino

Il giorno dopo la Fiorentina, in Friuli c’è di nuovo una spaccatura tra pessimisti e ottimisti, da qui il dubbio: guardare in alto o in basso? La classifica dice che i bianconeri sono fermi a 18 (in piena media salvezza dopo 15 gare), con sette squadre compresa quella friulana strette da quattro punti. Dal Frosinone terzultima fino alla compagine di Colantuono c’è di tutto e di più, deluse, presunte tali, depresse e squadre che sapevano cosa si sarebbero dovute attendere.

D’altro canto, guardando col naso in su ci si accorge che la Lazio è a 19 punti, che l’Atalanta settima è a quota 24. Insomma non è reato di certo pensare alla sinistra della classifica. Non guardiamo le prime, solo quelle che stanno più in alto e apparentemente non sembrano colossi.

In questi casi è meglio vivere alla giornata, una gara alla volta così come insegnano tutti i bravi allenatori.

L’Udinese ha perso a Firenze contro una squadra decisamente superiore,  ma il gioco per tutto il primo tempo ha convinto, nella ripresa episodi vari hanno dato il la ai viola. Ovviamente sono i punti a fare classifica, il gioco non serve a molto se non è confortato da questo piccolo e apparentemente insignificante particolare.

Con la consapevolezza che giocando aggressivi, pressando alti  ci si può battere con tutti, serve fare attenzione alle ingenuità: un rigore a dir poco regalato e un gol evitabile (se qualcuno andava a contrastare Badelj sul tiro), ecco che l’Udinese vive nel limbo di chi sa che può, ma sa anche che deve farne di strada per colmare certe lacune.

Torna di moda in questa fase anche la situazione di Di Natale: meglio dall’inizio o a gara in corso? Le scuole di pensiero sono sempre le stesse, il dibattito è acceso, intanto lui ancora non scioglie le riserve sul suo futuro e anche questo non è bene, perché per guardare con fiducia ulteriore al futuro, serve sicurezza sotto tutti i punti di vista.

Rimane anche la situazione offensiva con Thereau che gioca bene, ma come sempre detto non è il goleador d'area di rigore, ma dove Aguirre appare ancora troppo evanescente.

Tornando al quesito iniziale, forse una squadra che non si sente piccola di natura deve per forza guardare in alto: solo guardando chi sta davanti si può rincorrere, stando attenti solo a chi sta dietro si finisce col rallentare inevitabilmente. Intanto c’è l’Inter.

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