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Udinese, quel “dobbiamo” che non va giù

Ma la fiducia va conquistata ed al momento, questa Udinese non è in grado di farlo, finchè non cambieranno certe cose.

Paolo Minotti

La parola che regna in casa bianconera in questi giorni è dobbiamo, dobbiamo lavorare sull'atteggiamento ( cit. Iachini ), dobbiamo lavorare sulla tattica ( sempre Iachini ), dobbiamo cambiare mentalità ( cit. Badu ), dobbiamo capire cosa non ha funzionato ( cit.Hallfreddson ), dobbiamo trovare i profili giusti ( cit.Bonato ), quando le uniche cose a cui pensare in questo momento sono dobbiamo vincere con l'Empoli e dobbiamo farlo con gli uomini giusti posizionati nei ruoli giusti, possibilmente, mentre i tifosi ripetono quasi all'unisono dobbiamo soffrire anche quest'anno.

Dobbiamo saper aspettare, dobbiamo dare il tempo necessario al mister di lavorare, dobbiamo aspettare uno, due, tre mesi prima di dare un giudizio e se bisogna darlo lo si deve fare con equilibrio. Nossignori, i giudizi si danno in base a quello che si vede e negli ultimi anni si sono viste solo cose brutte. Certo, se in campo scendesse una squadra che ci mette grinta, impegno, che ha una sua identità di gioco, che crea occasioni da gol, beh le sconfitte si analizzerebbero in modo differente e ci sarebbe maggior fiducia.

Ma la fiducia va conquistata ed al momento, questa squadra non è in grado di farlo, finchè non cambieranno certe cose.

Non c'è tempo per il recupero psicologico di giocatori viziati, non c'è tempo per le ripetizioni pomeridiane a giocatori trentenni su come intervenire in area di rigore, dobbiamo mandare in campo quelli che avranno voglia di mettersi in mostra, che daranno tutto dal primo all'ultimo minuto, quelli che fino ad oggi non hanno trovato spazio.

Ed è per questo che la prossima partita con l'Empoli è già uno spartiacque e non me ne vogliano i signori del “dobbiamo aspettare, sapete solo criticare“, domenica o si vince o l'unica cosa che dobbiamo fare, è contestare.

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