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Un mix indigesto

L'Udinese viene travolta aROma: la squadra bianconera è un mix tattico di quelle recentemente viste. Le novità dive sono? Intanto il mercato continua a essere una distrazione

Monica Valendino

L’Udinese di Iachini alla prima giornata è un mix tra il modulo di Guidolin e gli interpreti per 8 undicesimi di Colantuono. Un mix che non ha di certo incantato, anzi ha denotato ancora una volta se possibile una certa indecisione tattica sulla quale il tecnico è  chiamato a rispondere. Una squadra senza spina dorsale, che si scioglie alle prime difficoltà nonostante un discreto primo tempo (morendo della Roma).

Va bene adeguarsi all’avversario, ma questa benedetta difesa  a tre continua a fare acqua (sette gol in due gare ufficiali), per cui hai voglia a mettergli davanti un uomo in più (Hallfredsson) se poi le fasce sono quello che sono e in mezzo regna una sorta di lentezza atavica. Insomma il brodino presentato è servito solo a far crescere i dubbi. Tanti

Va detto che la prima giornata di campionato, ma anche la seconda, sono falsate dal mercato. Dovrebbero essere abolite d’ufficio: le trattative volgono al termine, il 31 si chiude e queste due prima gare danno indicazioni parziali, se non addirittura fasulle visto che molte rose possono cambiare ancora. Prima fra tutte quella dell’Udinese, che deve smaltire un bel po’ di petali che per più di qualcuno sono oramai irrimediabilmente appassiti. Heurtaux (ma attenzione alle sorprese dietro), Badu, Widmer, Thereau (ma anche in avanti non si possono escludere uscite a sorpresa) i nomi dati possibili partenti.  Il difensore francese è nel mirino di Bologna e Swansea, Badu torna sempre di moda in premier, Widmer da tempo piace al Napoli, Thereau alla Samp e al Marsiglia.

Il problema per tutti loro è uno e solo uno: la cifra che l’Udinese chiede e che per quasi tutti è considerata elevata. A meno di sconti dell’ultim’ora, o a meno di esigenze estreme da parte degli acquirenti tutto appare ancora bloccato, ma si sa come vanno le cose in queste trattative. Basta una cessione da qualche parte che tutto si sblocca.

Il vero problema è che queste voci (che poi tanto voci non sono) disturbano non poco. Come fa un giocatore a concentrarsi al 100 per cento solo sul campionato? Come potrà poi farlo sapendo che ha ‘rischiato’ di partire? Una volta il termine ‘incedibile’ era una pietra tombale su ogni possibile assalto. Oggi questo termine è desueto, oramai dimenticato. Tutti cedibili, tutti utili ma mai nessuno davvero indispensabile. Così le squadre diventano di professionisti, anzi di mestieranti che sanno che la loro carriera viene comunque prima di tutto.

E’ un contesto col quale facciamo difficoltà a convivere, da osservatori nati in tempi in cui i calciatori avevano sempre l’ultima parola.  Premesse necessarie per far capire che il risultato di Roma è parziale, ma fino a un certo punto. Gli uomini e l’intelaiatura si sono visti, non si può di certo stare tranquilli. L’Udinese appare sempre più simile a quella già vista recentemente. E i tifosi non possono dormire di certo sonni tranquilli.

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