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La rivoluzione di Primavera

Il futuro è adesso. La Primavera bianconera nasce da tre punti: l’idea di calcio di Strama, che non teme di lanciare un giovane, la Primavera di Mattiussi piena di potenziali camioncini, il Progetto Academy in previsione futura, come ci ha...

Monica Valendino

Il futuro è adesso. La Primavera bianconera nasce da tre punti: l’idea di calcio di Strama, che non teme di lanciare un giovane, la Primavera di Mattiussi piena di potenziali camioncini, il Progetto Academy in previsione futura, come ci ha spiegato Paolo Poggi. In casa bianconera, non solo Scuffet, quindi, ma tanto materiale (italiano) su cui basare il rilancio del calcio italiano, fatto in casa e che porta passione ai tifosi. Certo è un cambio di politica radicale, ma l’intenzione – con l’abolizione delle comproprietà – è quella di abbinare una squadra fatta di investimenti sui giovani stranieri e quelli fatti in casa.

SCUFFET E’ il nome su cui tutti si sono basati: c’è chi critica la scelta di farlo restare nonostante la scelta di trattenere Karnezis (inizialmente indirizzato al Benfica). L’intenzione è farlo crescere con Nista che lo prepara con calma per il prossimo anno, quando il greco dovrebbe lasciare davvero Udine (per l’Inter?), e con altri due portieri nostrani che si stanno mettendo in mostra.

MERET E PERISAN La scuola portieri bianconera sta tornando ai fasti del passato e Meret (’97) o Perisan (’96) potrebbero essere promossi  definitivamente in prima squadra a fare ilsecondo e il terzo terzo portiere, magari solo in estate per il ritiro, magari abbinando loro un giocatore formato (Brkic difficilmente accetterà un altro anno da comprimario, Kelava è giovane e vuole giocare, torna di moda Benassi). A quel punto uno dei due potrebbe giostrarsi tra prima squadra e Primavera. Dove staziona anche un ‘cerot” Radikon, altro portiere di scuola slava come Handanovic di cui si dice un gran bene.

I RAGAZZI DI MATTIUSSI  Una cosa va detta prima di tutto. Il salto dalla Primavera alla prima squadra è difficilissimo, non è detto che tutti quelli che oggi sono consoderati talenti possano fare bene in Serie A.  Per questo l’Udinese si batte per le squadre B che nn sono un modo per far giocare gli esuberi, ma solo la soluzione per limare il divario tra le due categorie, facendo crescere i giocatori in campionati ‘sto controllo’ come la B. In fondo Muller del Bayer Monaco ha percorso questa strada, ma è dura pensare che sarà una rivoluzione semplice e soprattutto immediata. Oggi il divario tra la massima categoria e le giovanili è molto più marcato rispetto ad anni fa.  Ciò non toglie che si può tranquillamente pensare che alcuni elementi sono già almeno da valutare in prima squadra: i difensori Bocnhnivicz, Coppolaro e Riccardi hanno carte in regola per provarci. Berra è in prestito alla Carrarese ed è nazionale U20: tornerà e verrà valutato.

In mediana Jankto, Jaadi e Puto sono già utilizzati spesso nelle amichevoli che Stramaccioni vuole fare a metà settimana inserendo proprio alcuni giovani. E nessuno ha mai demeritato con i colleghi più maturi.

VUTOV E NON SOLO Ma l’acquisto più significativo arriverà davanti: il bulgaro è – infatti – considerato da molti già pronto a calarsi nella parte. Assomiglia a Paolo Poggi, fatte le debite proporzioni, un mancino che parte largo e svaria su tutto il reparto andando spesso al tiro con sicurezza da veterano. A lui va aggiunto Matic, croato arcigno che si dice piaccia parecchio  Stankovic, uno che se ne intende.

ROVINI Il gioiello su cui l’Udinese, forse, punta maggiormente è quello che è stato definito l’erede di Di Natale (con caratteristiche un po’ diverse, visto che non gioca prima punta). I numeri dicono che le aspettative sono giustificate, ma anche qui la giovane età fa reclamare alla cautela. E’ andato in prestito a Empoli per adattarsi alla massima serie sperando di giocare, la classe è indiscutibile, poi starà a lui dimostrarlo. In fondo da Empoli è arrivato il capitano, buona scuola non mente….

Insomma il futuro, al di là del fatto se siano stranieri o italiani, può partire dalla base: la nuova politica dell’Udinese dopo aver chiuso sulle infrastrutture (dallo stadio alle cure avanzate degli infortuni, fino ai campi di allenamento), è pronta a crearsi da sé i suoi gioielli. Del resto con un calcio sempre più in crisi, il club bianconero con un bilancio d’oro, può permettersi col nuovo impianto e i proventi tv anche di tentare qualche colpo d’esperienza, come accaduto con Kone  e Thereau. Insomma la rivoluzione di primavera è cominciata, anche se molti non se ne stanno accorgendo.

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