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Ambizioni e gol

L'Udinese ha la salvezza alla portata (visti gli avversai che occupano le ultime tre posizioni), ma deve cambiare marcia per non finire nell'anonimato

Monica Valendino

Appagamento: questo per l'Udinese è il  rischio più elevato da qui alla fine del campionato. Un torneo che definire patetico è riduttivo. Si sapeva fin dall'inizio che ci sarebbero stati tre tronconi, forse l'unica sorpresa è che la Juve non ha preso il largo, ma poco importa. Ci sono le prime sei già staccate di un bel po' dal gruppone che va dal Cagliariall'Empoli (questo col beneficio del dubbio). Poi le ultime tre derelitte che salvo miracoli hanno il paracadute pronto ad aprirsi. Proprio una bella formula la Serie A con 20 squadre.

All'Udinese (come società) va bene, del resto è quasi un'assicurazione sulla vita (tranne campionati come lo scorso). Però anche questo non è esaltante. Miglioramenti sì, un allenatore che fa gioco, qualche novità tattica, ma anche tanti vecchi problemi come la fatica  a segnare.

Però la salvezza, salvo un suicidio calcistico è nel cassetto. Ma adesso? Il  Milan è lo scalpo di una grande preso finora, troppo poco per cercare di fare qualche sorpasso. Troppo discontinua, con problemi che la rendono vulnerabile anche contro squadre come il Cagliari. Insomma, si deve raddrizzare l'asse della nave, altrimenti al porto ci si arriva, ma senza lodi né bande ad aspettarla.

Ricordate il campionato d Stramaccioni? Salvo virtualmente a febbraio, riuscì nella non facile impresa di auto lesionarsi col Parma e col Cesena. Poi il crollo psicologico. La salvezza mai in discussione davvero, ma giocatori che già pensavano a dove andare in vacanza o a giocare l'anno prossimo.

Oggi non basta Delneri, grande condottiero: serve che la società punti un obiettivo fisso, che i giocatori sono tenuti a tentare di rispettare, altrimenti si rischia di vivere alla giornata. Magari si vince a Empoli, ma poi si cade magari con Milan e di nuovo col Chievo. Urge un obiettivo, magari ambizioso, che anche se non raggiunto non cambia le cose, ma almeno dà un senso al campionato.

Per trovarlo serve continuità, ma per trovarla servono altre due cose: ambizione, ma anche i gol. Troppo poco quello che offrono i predatori offensivi sotto rete.

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