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Calori benedice il 4-3-1-2: “Mi piace da morire”

"L’ho adottato quando allenavo a Brescia, Padova e Portogruaro e credo che con questo modulo l’Udinese possa darsi una bella svolta"

Redazione

La svolta tattica è stata determinante per vedere una crescita dell'Udinese. Ne è consapevole anche Alessandro Calori: «Il 4-3-1-2 è un sistema di gioco che mi piace da morire, l’ho adottato quando allenavo a Brescia, Padova e Portogruaro e credo che con questo modulo l’Udinese possa darsi una bella svolta. È una rinfrescata per tutti, giocatori e ambiente», ha detto l'ex capitano al messaggero Veneto. Le controindicazioni? «È dispersivo per le mezzali, che devono uscire larghe e alte e alla lunga se non ha ordine vanno in riserva, così come per il trequartista. De Paul?  Che abbia qualità è fuori di dubbio, sa fare l’uno contro uno, ma deve adattarsi ai tempi di gioco italiani che sono diversi, e a meno che non sia un fenomeno deve essere meno lezioso e più efficace in certe giocate. Kums? Il regista è fondamentale perché deve alternare il gioco corto al lungo, cambiare gioco e metterla anche alle spalle dei terzini, deve dettare i tempi. Il regista è importante in tutti i sistemi, ma in questo specialmente e Kums è uno tosto, di sostanza, ha coraggio e gioca la palla con personalità».

A Milano, conclude Calori, l'Udinese è stata brava a tenere larghi Thereau e Zapata:  «È stata una mossa studiata. Con i due attaccanti così larghi ha impedito a Romagnoli e Paletta di sviluppare il gioco dal basso, orientando i movimenti del pressing di tutta l’Udinese. I centrali del Milan erano tamponati e nel recupero palla diventava un problema per il Milan. Inoltre, con Thereau e Zapata larghi De Paul aveva più soluzioni. Giocando così l’Udinese in quel ruolo ritroverà anche Kone».

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