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Caro Ferrero, a giocare con il fuoco (di paglia) ci si scotta

Una doverosa premessa a questo articolo: Massimo Ferrero mi piace, incarna alla perfezione il presidente tifoso che in fondo tutti vorremmo. Fa quasi tenerezza vederlo allo stadio con l’entusiasmo di un bambino sventolare la bandierina...

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Una doverosa premessa a questo articolo: Massimo Ferrero mi piace, incarna alla perfezione il presidente tifoso che in fondo tutti vorremmo. Fa quasi tenerezza vederlo allo stadio con l’entusiasmo di un bambino sventolare la bandierina blucerchiata rivolto verso i suoi tifosi. Ha un modo di fare tutto suo che può piacere o meno ma la sua schiettezza e sincerità si distinguono da un mondo calcistico molto spesso fatto di false apparenze. Ma noi tifosi friulani, certe dichiarazioni schiette, ce le leghiamo al dito. Il riferimento è al 30 settembre scorso, quando Ferrero definì l’Udinese, al tempo terza in classifica, un fuoco di paglia che non sarebbe durato a lungo. Da lì abbiamo atteso tutti con trepidazione il 21 dicembre per la sfida tra Sampdoria e Udinese, che rispettando le premesse della vigilia è stata gara avvincente e ricca di spettacolo, che stiamo certi ha dato più di qualche preoccupazione al Patron blucerchiato. Stramaccioni per l’occasione ha stupito tutti gli addetti ai lavori: dopo la debacle casalinga con il Verona rivoluziona la squadra schierando un 3-4-1-2 con l’esordio di Wague in difesa (prestazione positiva), Pinzi e Badu in mediana, Konè trequartista dietro Thereau e Geijo, a sorpresa titolare al posto di Capitan Di Natale. Il primo quarto d’ora sembra la fotocopia della solita Udinese svogliata e senza grinta, il goal di Obiang ne è degna conseguenza complice un indecisione di Karnezis in uscita e due errori grossolani in copertura, il primo su Palombo, il secondo su Obiang lasciati entrambi inspiegabilmente soli. Il goal sveglia i bianconeri che finalmente iniziano a giocare. Pressing alto e ripartenze producono il pareggio di Geijo al trentesimo e il bis di Danilo sugli sviluppi di un corner appena tre minuti dopo. La Sampdoria spavalda e propositiva del primo quarto d’ora si trova ora alle corde e la prima frazione si chiude sull’1-2. Il calo di rendimento nella ripresa, tanto rimproverato agli uomini di Strama si ripresenta con puntualità svizzera nella ripresa, un quarto d’ora di assedio blucerchiato con i bianconeri parsi sulle gambe porta al pareggio di Gabbiadini (da Nazionale, ben più di Okaka e  di tre quarti dei convocati di Conte). Sono i goal subiti a svegliare l’Udinese che nell’ultima mezzora ribatte colpo su colpo gli attacchi di una Sampdoria generosa spinta dall’entusiasmo del suo pubblico e dalla grinta di Mihajlovic. La gara ricca di emozioni e occasioni finisce sul 2-2 dopo ben 6 minuti di recupero, con il grande rimpianto per l’Udinese nel palo colpito da Geijo all’83esimo che avrebbe  scritto un’altra storia per questa gara. Sono numerosi gli spunti di riflessione che questa gara ci lascia in eredità. Questa squadra gioca (a tratti) un buon calcio e trova il goal anche senza il suo bomber principe Antonio Di Natale.

Le soluzioni tattiche arrivate con l’utilizzo di una punta di peso (Geijo) affiancata a Thereau sono interessanti e vanno riproposte nel proseguio della stagione. Alexander Geijo si dimostra attaccante di valore che probabilmente andava schierato ben prima in questa stagione, quando la manovra offensiva latitava e si tirava in porta due volte in novanta minuti. Il mercato di Gennaio in questo senso andrebbe fatto alla ricerca più che di un attaccante bensì di un centrocampista che dia qualità in mezzo a tanta quantità.  Una nota di merito alla scelte di Stramaccioni, che cosparso di critiche sette giorni fa per la disfatta con il Verona dimostra carattere, rivoluziona la squadra, e con una buona prestazione strappa un punto preziosissimo a Genova che con un pizzico di fortuna in più sarebbero stati tre. Tra le note negative, l’atteggiamento passivo, quasi di resa che puntualmente si registra sia ad inizio gara che ad inizio ripresa che ci sono costati due goal subiti. Più che un problema di gambe sembra essere un problema di testa, sul quale Stankovic e Stramaccioni dovranno lavorare.

Da rivedere la difesa, dove specialmente Heurtaux sembra lontano parente rispetto al giocatore ammirato la scorsa stagione. Stesso discorso per gli esterni, dove a parte un buon Widmer si registra un deludente Pasquale, colpevole sul 2-2 e in generale poco propositivo in attacco e poco preciso in difesa. Chiudiamo l’anno con 22 punti, potevano essere di più ma anche di meno, giocando spesso un calcio tutt’altro che entusiasmante siamo comunque a quattro punti dalla zona Europa in una bagarre che coinvolge  ben dieci squadre. Non è stato un 2014 ricco di soddisfazioni, ma l’Udinese vista oggi lascia ben sperare per il proseguio di stagione e per un 2015 ricco di emozioni.

"Maurizio Pilloni©Mondoudinese

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