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Colantuono: mai pensato alle dimissioni

Il tecnico è intervenuto telefonicamente a Udinese Tv: "Non lascio la squadra in un momento di difficoltà. I numeri dicono che creiamo diverse occasioni, ma non le sfruttiamo a dovere. Ci vuole più cattiveria". E sul colloquio con Pozzo senior...

Castellini Barbara

Giornata "caldissima" in casa Udinese. Questa mattina - come ampiamente annunciato - il tecnico Stefano Colantuono, assieme al suo staff, ha incontrato il patron Gianpaolo Pozzo per parlare della preparazione atletica, punto centrale dello sfogo di ieri sera dello stesso patron all'emittente ufficiale del club. Un lungo colloquio dove sono state sollevate diverse questioni legate all'andamento poco convincente della formazione in campo. Lo stesso tecnico è intervenuto questa sera a Udinese Tv per chiarire la sua posizione, che sembra sempre più a rischio dopo le dichiarazioni di Pozzo senior.

"Non c'è nulla di nuovo - l'incipit del tecnico -, con il presidente mi confronto settimanalmente, abbiamo un rapporto molto diretto e franco. Abbiamo parlato di preparazione fisica, certo, ma non credo che il problema dell'Udinese non sia questo. Magari ieri non siamo andati bene fisicamente, i report ci hanno indicato questo. Ma la scorsa settimana avevamo fatto dei carichi particolari. Sulla scorta delle indicazioni ricevute, abbiamo visto che la squadra non ha bisogno di lavorare tanto, ieri abbiamo accusato qualcosa anche nei giocatori che hanno giocato bene. A volte si pensa che quando un giocatore non rende come dovrebbe abbia lavorato poco, invece può accadere il contrario. Sono 15 anni che faccio questo mestiere, solitamente le mie squadre fanno più punti nel girone di ritorno rispetto all'andata, ciò significa che la preparazione non è un punto debole... L'Udinese utilizza linee guida che prevedono un certo range di allenamento e lo stesso metodo viene applicato anche a Watford e Granada, non siamo mai andati sotto queste linee guida... Comunque ne ho parlato con il presidente, cercheremo di far combaciare tutto".

Sulla possibilità di passare al 4-4-2, ipotesi sollevata dal tecnico Massimo Giacomini presente in studio assieme a mister Valerio Bertotto e al responsabile degli osservatori Andrea Carnevale, Colantuono ha risposto così: "Nelle ultime settimane ci ho pensato. Nel girone di andata no, perché questa squadra ha nelle sue corde il 3-5-2, ma è un sistema di gioco che, se le fasce non corrono, rischia di appiattirti. L'Udinese non può fare a meno dei tre centrocampisti, per il 4-4-2 ci vorrebbero giocatori diversi. Sto pensando, invece, al 4-3-3, la scorsa settimana lo abbiamo provato in allenamento per andare incontro a un possibile cambio di modulo, che però avrei preferito provare con una classifica più tranquilla, ma non escludo di poterlo utilizzare nelle prossime gare".

Dopo il ko con il Genoa le statistiche dicono che l'Udinese ha il peggior attacco del campionato. "Mancano i gol - conferma l'allenatore romano -. Oggi guardavo i report, per "occasioni create" siamo al decimo posto con 4,1 occasioni a partita, siamo davanti a Sassuolo, Chievo, ma è ovvio che dobbiamo fare di più. Il dato che è più importante percentuale realizzativa rispetto le occasioni create è la più bassa, intorno al 20 per cento. Dobbiamo essere più cinici, più cattivi e più fortunati. Se crei tanto, comunque, vuol dire che il volume di gioco lo crei. Ci vuole maggiore cattiveria negli ultimi metri".

Sulla possibilità di schierare i tre attaccanti, Colantuono precisa: "Abbiamo attaccanti un po' particolari. Come punta esterna adesso abbiamo Matos, ma non ne abbiamo molti altri. Bruno Fernandes bisogna vedere, lo stesso può valere per Cyril Thereau che può essere un trequartista da affiancare a un attaccante centrale. Ci si può lavorare, anche se di tempo ora non ne abbiamo molto. Credo comunque che la difesa a quattro sia già stata provata in passato".

Presente alla trasmissione condotta da Giorgia Bortolossi, anche il presidente dell'Auc Daniele Muraro che si è spinto oltre chiedendo al tecnico ex Atalanta se abbia mai pensato di dimettersi.  "No, per deontologia e per correttezza non lascio mai la squadra in un momento di difficoltà - la secca risposta di Colantuono -. L'obiettivo chiesto dalla società è la salvezza e fare meglio dello scorso anno. Il girone di andata è stato chiuso con gli stessi punti dello scorso anno e qualche punto per strada lo abbiamo lasciato. Nel girone di ritorno, fino a due gare fa eravamo in linea con il passato campionato, poi abbiamo perso punti con Bologna e Genoa. Ma mancano ancora 12 gare e credo che i conti si debbano fare alla fine. Abbiamo ancora quattro punti di vantaggio sul terzultimo posto. Dobbiamo solo trovare un po' di lucidità. Ci stiamo giocando le nostre carte, dobbiamo uscire da un momento un po' delicato. Non abbiamo disputato partite sciatte con Bologna, Genoa, Empoli o Milan, anzi abbiamo cercato fino alla fine di restare in partita".

Sulla notizia di un presunto litigio con Antonio Di Natale, già smentito nella serata di ieri dal direttore generale Franco Collavino, Colantuono ha detto: "Mi è dispiaciuto aver letto certe cose. Dopo la gara ho parlato dieci minuti con Totò per il rigore sbagliato, il capitano era veramente dispiaciutissimo.. non capisco perché si voglia destabilizzare una squadra che sta cercando di uscire da una situazione complicata. Questo è il momento di rimanere uniti. Dobbiamo fare il possibile per mantenere la categoria, stiamo lavorando per migliorare la situazione. C'è bisogno di un aiuto da parte di tutti. Non lascerei mai la squadra in un momento di difficoltà, in momenti come questo ho sempre tirato fuori il meglio".

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