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Colantuono si presenta: Udinese e Atalanta simili

Il nuovo corso è cominciato ufficialmente con la presentazione di Stefano Colantuono, nuovo tecnico dell’Udinese: « Ringrazio la società per questa possibilità, l’Udinese è presa a modello in tutta Italia. A volte si cerca di dare una...

Monica Valendino

Il nuovo corso è cominciato ufficialmente con la presentazione di Stefano Colantuono, nuovo tecnico dell’Udinese: « Ringrazio la società per questa possibilità, l’Udinese è presa a modello in tutta Italia. A volte si cerca di dare una scossa, ma quando sono stato mandato via eravamo salvi da quartultima. Abbiamo fatto cose straordinarie in questi anni, un anno meno brillante ci può stare. Per cui non posso che ringraziare la famiglia Pozzo per questa chance ».

A Bergamo ha lavorato con Marino, l’ha consigliata?

« Mi ha sempre raccontato di una società all’avanguardia, dove si può lavorare molto bene. L’Udinese nel nostro ambiente è sempre stata presa a modello ».

In cosa si somigliano Atalanta e Udinese?

« Sono due società che rispecchiano lo stesso profilo, l’udinese è una provinciale importante. Come l’Atalanta ha partecipato a molti campionati di A, poi per quello che concerne gli obiettivi parlerà Pozzo, io posso solo dire che quando Guidolin ripartiva sempre dalla salvezza, è un obbligo passare per i 40 punti. Prima si raggiungono, prima si pensa ad altro ».

Arriva dopo il peggior campionato fatto dal ritorno in A, sente la responsabilità?

« Volevo salutare Stramaccioni, so che sono momenti particolari, ma nella nostra carriera si sa che fa parte del gioco. La responsabilità è quella di allenare l’Udinese, che ritengo una società importante. Prometto di lavorare sodo, poi il calcio è legato anche agli episodi, ma se hai voglia di lavorare alla lunga ciò che immagini arriva, mi prendo la responsabilità e credo che potremo fare un buon campionato. Fare promesse non fa parte del mio profilo però, gli obiettivi come dice Delio Rossi vanno centrati non annunciati ».

Ha già parlato con Di Natale?

«Ancora non gli ho parlato, mi ripropongo di farlo a breve, parlare di lui però non serve: ha fatto 14 gol anche l’anno scorso, è un valore aggiunto, vedremo cosa sarà. Non si possono fare previsioni, chiaro che andrà gestito con esigenze diverse da un ragazzo di 20 anni, ma lui è esperto e mi metto a sua disposizione. Poi deciderà lui cosa fare, ma credo che sarà ancora utile».

Giovani che possono rimanere?

«Non è tempo di parlare di questo, sarebbe irrispettoso verso chi compone oggi la rosa, poi il mercato può cambiare molte cose. Le idee le stiamo affrontando in questi giorni, vogliamo fare le cose per bene. La rosa è buona con uno zoccolo duro che possono essere l’anima ».

A Bergamo aveva la nomea di non lanciare i giovani, poi come si è lasciato con la società?

« Credo che per ogni allenatore c’è qualcosa di scritto, basta guardare cosa si è fatto a Bergamo lanciando moltissimi giovani e ricostruito giocatori che sembravano persi. Poi questa questione è annosa: non c’è differenza, l’importante è che l’Udinese vinca. Con Bergamo mi sono lasciato bene, dopo tanti anni vissuti ad alti ritmi non è che mi sono sentito sollevato, ma una presa di coscienza comune. A Marino ho parlato per dirgli che se sentiva il bisogno di dare uno scossone per me non c’erano problemi ».

Che modulo affronterà?

« II vestito migliore negli anni è stato quello con la difesa a tre negli ultimi anni. Dobbiamo trovargli il vestito giusto, ma si può fare anche altro. Ora vedremo la disponibilità, nn sono mai stato un integralista. Se hai una squadra che sposa idee diverse, serve adattarsi a quello che la squadra sa fare meglio ».

Toro e Palermo che esperienze sono state?

« Ero sesto quando sono stato esonerato a Palermo. Poi sono stato esonerato dopo una sola partita, proprio a Udine. A Torino ero ai playoff, poi venni richiamato. Non credo siano state parentesi negative ».

Che impressione ha avuto dall’esterno sull’Udinese?

« Non mi permetterò mai di parlare di quanto fatto da un mio collega. Ho visto partite, spero di essermi fatto un’idea giusta. Cercherò di lavorare e migliorare dove ci sono margini, ma lo potremo fare solo quando comincerò a lavorare con la squadra »

Il ritiro verrà fatto in città: che idea si è fatto?

« Quando mi è stato chiesto se volevamo fare la preparazione qui, ho sposato l’idea, è nella mia filosofia lavorare dove le strutture sono migliori. Con l’Atalanta siamo andati a mezzora da Bergamo proprio per tenere tutto sotto controllo, idem a Perugia. La cosa va benissimo, qui ci sono strutture all’avanguardia, visto che la differenza climatica non è tanta ».

Negli ultimi anni il settore giovanile ha lanciato molti ragazzi, che rapporto ha con questo settore?

« Il giovedì faccio sempre un’amichevole con il settore giovanile, spesso ho ricorso alla Primavera sia per partite sia per portare giovani da aggregare, così come ho aggregato anche collaboratori, c’è sempre stata una sinergia per me ».

Cosa ha l’convinta a sposare il progetto?

« In passato, nel 2007, andai a Palermo. Purtroppo alcune cose non si sono incastrate, ci siamo sempre incontrati e la stima è sempre stata manifestata, quando oggi ho avuto questa occasione ho subito accettato: sono davvero felice ».

Chiusura con una precisazione: «Mi è successa una disavventura, sono stato indagato per una cosa a cui sono estraneo. Appena contattato dall'Udinese ho parlato con i miei legali: quella vicenda è assurda, non si sa nemmeno come reagire, sono estraneo, sono stato indagato solo per una chat, la mia carriera l'ho costruita sulla correttezza e la lealtà. Sono convinto che verrà archiviata la vicenda. E' una vicenda che mi ha dato ancora più forza, sono convinto della mia estraneità. Volevo precisare questo, non tengo nascosto nulla».

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