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Da Di Natale a Natale per capire che Udinese sia

Il calendario ora dirà che Udinese ci possiamo ritrovare alla fine. Si dice che di solito a Natalia si tirano le prime somme, quelle che poi difficilmente vengono smentite alla fine. Così Milan, Inter fuori, Verona in casa, Samp fuori e Roma...

Monica Valendino

Il calendario ora dirà che Udinese ci possiamo ritrovare alla fine. Si dice che di solito a Natalia si tirano le prime somme, quelle che poi difficilmente vengono smentite alla fine. Così Milan, Inter fuori, Verona in casa, Samp fuori e Roma alla ripresa dopo la sosta sapranno dare qualche indicazione in più. Contro le grandi le motivazioni non  mancheranno, ma fosse questo il problema! L'Udinese, non lo dice, ma ha grande voglia di stupire: sia ben chiaro essere ambiziosi non vuol dire sbandierare al vento che siamo superiori a tutti, mascherando problemi che si stanno evidenziando. Chi critica Strama perché parla con cautela, non comprende questo aspetto. Il tecnico sta costruendo qualcosa di diverso dal passato, e probabilmente il prossimo anno vedremo la seconda parte della rivoluzione, quella che non poteva essere fatta in tronco la scorsa. Si è scelto di cambiare piano, senza fare quegli errori di chi ha fretta di stravolgere un passato consolidato gettandosi in qualcosa di nuovo senza averlo prima fatto metabolizzare.

Prendiamo il modulo: il 4-3-1-2 convince: quanto lo si è bramato l'anno scorso. Solo che tra attacco 'corto', Kone che ancora non è 'esploso', mediana che ha la stessa identica paura dell'anno scorso nel gestire la gara ed invece di imporsi, spesso subisce e e arretra il baricentro, i numeri si capisce bene che non c'entrano.

Qui è un problema di testa, le gambe girano, la voglia di fare c'è, Di Natale mai come quest'anno è trascinatore anche fuori dal campo, ci sono elementi da valorizzare. Ma serve pazienza: tra l'essere però una squadra che può ambire ai primi otto posti e una squadra da al massimo decima posizione basta poco. Basta non riuscire a fare bene in questo fillotto di partite. Difficili, certo, ma se l'Udinese si scrolla di dosso certi vecchi vizi, non sono impossibili perché nel calcio nulla lo è. L'importante è come dice Strama, sapere bene chi siamo, i limiti che abbiamo e cercare di superarli, anche con furbizia.

E magari cercando di capire perché la mediana non riesce proprio a ingranare: o arretra la squadra o non riesce a produrre tiri verso la porta avversaria. Il problema, sintetizzato ai minimi termini è qui.

Insomma, Da Di Natale che trascina a Natale servirà metterci in mezzo una Udinese più completa. Compatta lo è già, ma non basta a quanto pare.

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