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De Canio pronto all’esordio-bis

Domani alle 15 il tecnico di Matera darà il via ufficiale alla seconda avventura sulla panchina bianconera. Un solo obiettivo all'orizzonte: conquistare i punti necessari per uscire dalla difficile situazione di classifica

Castellini Barbara

Nuovo corso per l'Udinese che domani alle 15 si presenterà al Mapei Stadium di Reggio Emilia contro il Sassuolo con Luigi De Canio in panchina. Il tecnico di Matera ha un solo obiettivo: conquistare al più presto la salvezza.

Mister, qual è il bilancio della prima settimana di lavoro?

Il bilancio è positivo. Ho trovato dei ragazzi, come immaginavo, con una buona predisposizione all'impegno, all'allenamento, alla voglia di rimettersi in gioco, di correggere le situazioni difficili vissute finora. Naturalmente nessuno ha la bacchetta magica.. ma è fondamentale che abbia trovato una buona predisposizione, anche se non avevo dubbi a riguardo. Chiaro che non sono stati risolti tutti i problemi.

Novità tattiche in vista?

La storia dell'Udinese che conosco io, di quando sono venuto qui e quella anche successiva, è sempre stata di una squadra che ha giocato in un certo modo. Ha acquisito un bagaglio di conoscenze che vorrei ripristinare per dare ai giocatori maggiore sicurezza. Credo in questo aspetto. Vorrei accompagnare i giocatori a una condizione fisico-tattica a loro più congeniale.

L'aspetto mentale è stato privilegiato in questa prima settimana...

Non so se questo sia l'unico, vero problema dell'Udinese per arrivare a questa situazione. Ma rientra nel mio modo di fare l'allenatore, ovvero cercare di correggere certe situazioni.

Anche l'aspetto motivazionale è importante.. 

Conto molto sulla componente motivazionale dei giocatori. E' un aspetto davvero molto importante, rispetto alla condizione fisica. Le motivazioni fanno spesso la differenza in campo. L'impegno dei calciatori è stato tale, questa forte motivazione l'ho vista in tutti. In alcuni anche troppo... nel senso che ho visto un po' di nervosismo, ma questo mi ha fatto piacere perché vuol dire che la squadra c'è.

Si è visto un Di Natale particolarmente motivato. Come pensa di impiegarlo?

Ho preso atto della disponibilità di allenarsi con la squadra. Lui è parte integrante della squadra... Per le sue qualità, per le sue caratteristiche Totò è a totale disposizione dell'allenatore. Gli ho chiesto di partecipare più attivamente alla vita della squadra e lui ha dato massima disponibilità.

Quali saranno le insidie principali domani? Il valore degli avversari o i problemi dell'Udinese?

Chiaramente affrontiamo una squadra che un po' somiglia all'Udinese, ne sta seguendo il percorso. Adesso in questa stagione si è consolidata come una squadra di provincia ma con valori molto importanti. L'Udinese è nella stessa condizione ma sta vivendo un momento di grande difficoltà, più psicologica che altro. Si sa che nel calcio la voglia di cambiare le cose e raggiungere certi obiettivi può consentire di raggiungere traguardi insperati. Dobbiamo ritrovare questo spirito.

Quali saranno le richieste principali che rivolgerà alla squadra?

Aldilà degli aspetti tattici, ciò che conta sarà l'aspetto mentale ovvero mettere tutto in campo per cancellare questo momento di difficoltà, gettando il cuore oltre l'ostacolo. Sono convinto che proprio questo aspetto è quello che ha fatto la differenza nel corso degli anni.

Dopo la contestazione dei tifosi al termine della gara con la Roma, come hanno reagito i giocatori? 

Il primo giorno erano molto abbattuti e dispiaciuti. Intanto ho fatto togliere i teloni dal campo, perché desidero restituire l'Udinese ai friulani, mi piace la presenza del pubblico. Chiaro che se le cose vanno male, è giusto che i tifosi esprimano il proprio dissenso, è una cosa ovvia. Ma so che qui la tifoseria si esprime sempre con la massima civiltà.

Torniamo alla tattica, pensa di tornare al 3-5-2?

Ho delle mie idee e sicuramente le metto in atto subito. Vado avanti con continuità, non cercherò di fare una formazione per adattarsi all'avversario. Nel tempo questo ti porta solo vantaggi.

Parliamo degli avversari, teme maggiormente il loro centrocampo muscolare o l'attacco tra i più completi della serie A?

Noi allenatori diciamo sempre che loro hanno un bel complesso: sono aggressivi, corti, stanno bene in campo, fanno bene entrambe le fasi. Però sbagliano anche loro, fortunatamente... Ovviamente rispettiamo il Sassuolo, i suoi giocatori che sono cresciuti moltissimo, ma dobbiamo avere anche l'orgoglio di voler ribadire la nostra presenza nel massimo campionato italiano, dando qualità nel gioco e presenza "leggera", capace di divertirsi in campo. Atteggiamento che negli anni ha prodotto risultati impensabili. Puntiamo sulla nostra forza, prima di tutto.

Considera questa nuova chance all'Udinese come l'occasione per vedersi restituito ciò che le è stato tolto nella stagione 2000-2001?

In effetti non ho vissuto un momento fortunato in quella stagione. Già nel finale del campionato precedente avevamo davanti alla Fiorentina, ma a Parma perdemmo Muzzi e Jorgensen e i viola ci scavalcarono e si qualificarono alla Coppa Uefa, mentre noi all'Intertoto. Avevamo perso Locatelli e altri giocatori di qualità... da un punto di vista tattico, una coppia Margiotta-Sosa non dava profondità e velocità. L'anno prima avevamo fatto molto bene e c'erano grandi aspettative... questa condizione ci creò molti problemi.

Infine, una curiosità: anni fa lei introdusse la figura dello psicologo. Ce l'ha ancora?

Adesso non ce l'ho più. Credo sia diventata una figura che ogni società dovrebbe avere, non dovrebbe far parte dello staff dell'allenatore. E' importante conoscere la storia dei singoli calciatori, sia in termini di allenamenti, sia di atteggiamenti. Bisogna saper stare in una società di calcio, non bisogna mai anteporre il proprio ego alla squadra. Bisogna mettere la propria esperienza al servizio della società.

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