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Delneri: “Ci sto. Sono artigiano, ma uso il computer e ho delle idee”

© Foto Petrussi / Petrussi Diego

"Pressing, fuorigioco, sovrapposizioni, velocità. Poi tutto va aggiornato. Sembrerà strano,ma prendo qualcosa anche dall’Inghilterra"

Monica Valendino

Dici Chievo e tutti a Verona pensano a Delneri.  La sua filosofia era semplice come raccontava allora: «Pressing, fuorigioco, sovrapposizioni, velocità. Poi tutto va aggiornato. Sembrerà strano,ma prendo qualcosa anche dall’Inghilterra». E poi un segreto del successo:  «Una regola del mio calcio è difendersi quando si ha la palla. È naturale tutelarsi se non si è in possesso del pallone, meno ovvio farlo se si manovra. Non amo il catenaccio, non voglio adattarmi agli avversari. Facciamo la zona pura perché ci dà sicurezza. La palla “portata” è lenta. Più il pallone gira veloce più si è incisivi».

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Delneri dal 2000 non è cambiato. La sua Udinese ha la stessa filosofia, certi accorgimenti e aggiornamenti ci sono stati, ma il personaggio è lo stesso. Il Patriarca di Aquileia a Udine sta dimostrando che si può essere profeti in patria. Domenica vivrà una giornata speciale. Certo il Chievo l'ha già incrociato mai però con la divisa bianconera.

Ma nessuna emozione, l'unica cosa che conterà sarà quel rettangolo verde, i movimenti, i cambi di ruolo al volo (sua prerogativa), la scelta migliore da fare al momento giusto. Delneri vuole i tre punti, sa che sarebbero un mattone fondamentale per costruire una casa che chissà...

È stato chiamato “artigiano della panchina” anche per questo, mattone dopo mattone si costruiscono le case: «Ci sto. Sono artigiano, ma uso il computer e ho delle idee».

 

 

 

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