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Di Natale: L’accordo per continuare c’è. Un giorno mi piacerebbe allenare alla Zeman…

Totò Di Natale, sempre lui, il goleador da 200 reti celebrato e omaggiato da tutti. «Ha fatto in tempo a vedere la doppietta col Parma, il 29 settembre. Poi è salito in cielo», racconta alla Gazzetta dello Sport.  «Li ho sempre sentiti. È...

Monica Valendino

Totò Di Natale, sempre lui, il goleador da 200 reti celebrato e omaggiato da tutti. «Ha fatto in tempo a vedere la doppietta col Parma, il 29 settembre. Poi è salito in cielo», racconta alla Gazzetta dello Sport.  «Li ho sempre sentiti. È stata più dura quando se n’è andata mamma. Lei soffriva di diabete. Per papà ero più preparato. Stava male da un po’. Eppure ha lavorato per 40 anni all’ospedale di Napoli».  

Domenica il gol è stato per i genitori:   «Certo. Guardo lassù. Sono per loro, oltre che per mia moglie e miei figli. Papà e mamma: i primi a cui ho pensato. Hanno lasciato 5 figli, 4 fratelli e una sorella che sta con due bambini nella casa in cui c’era papà. Ho 6 nipoti. Sono l’unico che è emigrato. Forse ragionavo un po’ di più. Gli altri sono rimasti giù, solo un mio fratello provò ad andare a Brescia, ma dopo poco tornò. A volte vado senza dirlo a nessuno. O quando gioco a Roma ci troviamo. Adesso spero di tornare due volte: in campionato e, se battiamo il Cesena, per la Coppa Italia».  

E' tempo però di pensare al Milan: « Siamo pari. È una grande squadra, con qualità davanti, ma deve fare la partita e se noi ripartiamo bene possiamo metterla in difficoltà. Con l’Inter sarà dura: Mancini ha un effetto positivo. IL gioco? Con quelle che si chiudono, tipo Cesena e Chievo, facciamo fatica, e un paio di volte abbiamo pagato il fatto che i nazionali sono tornati il venerdì». 

Però, c’è lei che segna, soprattutto in casa, dicono i numeri e i maligni.  «Io ne ho fatti 200. Guardiamo i numeri e scopriremo che ne ho fatti tanti in trasferta. Fuori hai meno spazi. Ma fatica non ne ho mai fatta. I più belli? Al Chievo, alla Reggina e un pallonetto a De Sanctis contro il Napoli». 

Il più prestigioso?  «Quello a Casillas all’Europeo 2012, in Italia-Spagna. Sono l’unico che gli ha fatto gol in quel torneo e mi sono rifatto dell’errore su rigore, sempre con la Spagna, nel 2008». 

L’obiettivo?  «Lo ripeto: raggiungere Roberto Baggio a 205 gol. L’ho incontrato a Coverciano e gli ho detto che vorrei facessimo una grande festa insieme, magari proprio qui a Udine».

Come anticipato anche dal nostro giornale, l'idea è quella di allungare il contratto:  «L’accordo c’è. Ora cerco di fare sei mesi alla grande e poi parliamo». 

Sulle differenze ci sono tra Guidolin e Strama afferma che «Guidolin ha 30 anni di panchina e di carriera. Stramaccioni mi sembra Spalletti giovane. Ci parlo. Ha Stankovic che è importante, ci mancava uno così». 

Oggi viene Conte a trovarvi: le sembra strano non essere in Nazionale?  «No, largo ai giovani. Facciamoli crescere. Conte fa molto bene a chiedere uno stage di due giorni al mese. Okaka mi piace, sembra Vieri. Chi mi somiglia? Insigne, un peccato che si sia fatto male. E all’Udinese tenete d’occhio Zapata». 

Il suo futuro: Pozzo la vuole allenatore a Udine.

«Le sfide mi piacciono, sarei felice di allenare l’Udinese ma giocando come piace a me, col 4-3-3». 

Alla Zeman?  «Avrei voluto farmi allenare da Zeman...».

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