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Di Natale, una frattura evidente

Totò Di Natale scendendo in campo in allenamento sempre da solo ha rimarcato la frattura che esiste. Tra le esigenze di De Canio e il suo stile di allenarsi c'è una distanza siderale. E ora anche un infortunio. Con un addio che rischia di essere...

Monica Valendino

Mercoledì pomeriggio, quando Di Natale è apparso prima dei compagni sul campo di allenamento qualche tifoso già diceva: "Visto? Alla fine tutto si è risolto!". Aggiungendo anche che sono i giornali ad aver 'pompato' la situazione. Invece, dopo appena trenta minuti, più o meno il tempo che tutti i compagni del capitano scendessero in campo, ecco la verità: Di Natale, come al suo solito, si è allenato per conto suo. Punizioni verso il giovane Dani, tiri al volo. Uno spettacolo vederlo calciare, ma di certo non è stato un allenamento produttivo per De Canio.

Vedere il gruppo da una parte e Totò dall'altra ha dato sempre più la sensazione che siano separati in casa. Vicini in campo, distanti per la situazione che si è creata.

De Canio ha fatto le sue scelte che nessuno critica, nemmeno i tifosi, che anzi chiedono al Capitano più pragmatismo, maggiore disponibilità. "Dovrebbe mettersi al servizio del gruppo, non può fare quello che vuole", in sintesi il pensiero che si raccoglie al Bruseschi.

«Faccio delle scelte e cerco di essere corretto e coerente con tutti. Sono arrivato in una situazione di difficoltà e dovevo affrontare tante cose in poco tempo, quindi avevo la necessità di farmi capire subito, per tracciare la strada da fare per perseguire l'obiettivo», ha detto De Canio in serata a Telefriuli.

Ma il mercoledì di Totò non è stato solo un allenamento personalizzato. E' stato anche un infortunio alla coscia destra, proprio calciando le punizioni. Affaticamento, forse, rimane il fatto che Di Natale non risponderà presente nemmeno col Chievo. La frattura è evidente e forse chi si attendeva che questa settimana portasse consiglio, deve ricredersi: anzi la distanza sembra davvero tanta in questo momento.  Il futuro sarà certamente lontano da Udine, come detto anche dal suo procuratore, Bruno Carpeggiani. Ma è il presente a dover avere un finale migliore: non è pensabile che non ci possa essere un addio diverso da questo. Non è pensabile che uno che ha scritto la storia del club viva il finale da separato in casa.

Dice bene Bernardo Corradi: «Forse in altri sport per determinati giocatori, come Totti o Di Natale, c’è più riconoscenza. il calcio brucia tutto troppo in fretta, ci si dimentica la riconoscenza».

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