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I diversi volti dell’entusiasmo

Delneri: chiede di sgarrare, ma l'Udinese fatica

Si affidino dunque i bianconeri all’imprevedibilita’ che di tanto in tanto il calcio sa regalare. E a chi segue questa squadra dall’esterno non resta che una speranza: quella di un Delneri capace di indossare improvvisamente i panni del...

Redazione

Rialzarsi e riprendere il cammino. E’ l’imperativo che con certezza quasi assoluta si sono date Udinese e Milan in vista dell’impegno di campionato che le vedra’ opposte questo pomeriggio sul terreno dello stadio “Friuli/Dacia Arena”. A questa terza giornata del girone di ritorno i due team giungono dopo una serie di sconfitte dalla diversa valenza.

I rossoneri, tenendo conto dei match sostenuti in campionato e Coppa Italia, hanno evidenziato contro avversari del calibro di Napoli e Juventus un approccio sbagliato nella prima frazione di gara, che in entrambe le circostanze si e’ rivelato decisivo per il risultato finale; la formazione guidata da Vincenzo Montella ha comunque disputato dei secondi tempi di livello, fattore che ha permesso a queste gare di essere mantenute sempre sul filo dell’equilibrio. Discorso opposto per l’Udinese. L’entourage bianconero si affanna a mantenere vivo il ricordo di quanto di positivo –risultato a parte- le zebrette hanno messo assieme contro Inter e Roma, probabilmente nel tentativo – non sappiamo quanto riuscito – di edulcorare l’amarissimo boccone che e’ stata la sconfitta al “Castellani” di Empoli sette giorni fa.

Una sconfitta che conferma come questa squadra, quando il calendario le da una mano, non e’ in grado di realizzare il definitivo salto di qualita’. Perche’ la sconfitta patita in Toscana somiglia maledettamente ai scivoloni esterni di Cesena e Parma di due stagioni fa, o a quelli di Carpi e Frosinone della stagione passata.

Oggi il tutto esaurito all’impianto dei Rizzi e’ scontato. E sara’ un sold-out garantito dal ritrovato entusiasmo della tifoseria rossonera. Perche’ non sara’ il Milan stellare dei tempi di Sacchi, Capello o Ancelotti, non sara’ piu’ il Diavolo a fortissima impronta berlusconiana e non sara’ un Milan ancora in grado di contendere lo scudetto a Juve o Roma ma, dopo anni di stallo, gli affecionados dei rossoneri hanno capito che la linea verde scelta a partire dalla conduzione tecnica di Vincenzo Montella, passando per l’inserimento in pianta stabile fra I titolari di giovanotti di sicuro talento quali Donnarumma, Locatelli e Romagnoli e’ il punto di partenza per riportare il sodalizio meneghino ai ruoli che gli competono.

Una ventata di gioventu’ che ha riportato l’entusiasmo a San Siro e dintorni. Sconfitte come quelle di Empoli non possono invece alimentare entusiasmo in Friuli. Da qui subito una conseguenza: oggi il tifo al vecchio “Friuli” sara’ a marcata maggioranza rossonera. Proprio in quello che negli ambienti bianconeri ci si e’ sempre ostinati a definire il “fortino”. Un quadro che non entusiasma. O perlomeno non dovrebbe entusiasmare chi ha il bianconero nelle vene, il quale vivra’ sicuramente, come sempre accade, l’evento con la necessaria dose di sportivita’, ma che non puo’ fare a meno di sentirsi un tantino a disagio quando la tanto decantata “casa del tifoso bianconero” diventa casa d’altri.

Ci stupisce un fatto:quello per cui chi all’interno della societa’ dovrebbe procedure all’analisi di questi aspetti che non sono di poco conto, se ne dimentichi perche’, dopo tutto, sold-out ci si attendeva e sold-out sara’, non importa come ci si e’ arrivati. Eppure questo cozza terribilmente con altre operazioni di marketing che sotto il profile della comunicazione sono state portate avanti nel corso dell’anno: con orgoglio fine a se stesso ci si autodefinisce come “i primi bianconeri d’Italia”. Vero, questa e’ storia. Ma la storia dice anche che in tempi non proprio antidiluviani lo stadio “Friuli” registrava il tutto esaurito, al quale tirava la volata la qualita’ del rooster bianconero, e non la migrazione di massa, dalle regioni contermini ma soprattutto dal Friuli-Venezia Giulia di tifosi delle squadre ospiti. Ma tant’e’: tra tanto entusiasmo, prevalentemente di marca rossonera, qualche figura entusiasta in seno all’Udinese ci sara’: pensiamo per esempio al cassiere. Fin qui la digressione vista da un lato extra-sportivo. Tornando al lato calcistico, difficile non pensare, non solo per questioni ambientali, ad un Milan favorito nel pronostico. All’Udinese non resta che affidarsi al vecchio adagio per il quale il calcio non costituisce una scienza esatta. Questo sport presenta pero’ alcune logiche, una delle quali e’ quella di veder confermata una squadra che abbia trovato una quadratura dal punto di vista tattico e psicologico, e che si stia rivelando vincente. Contro il Milan l’undici di partenza dell’Udinese sara’ quello della sciagurata prestazione di Empoli.

Un complesso che contro una squadra molto al di sotto della cifra tecnica che possono esprimere i rossoneri, non ha di fatto prodotto gioco. A ben guardare, non una grandissima premessa in vista dell’impegno odierno. Si affidino dunque i bianconeri all’imprevedibilita’ che di tanto in tanto il calcio sa regalare. E a chi segue questa squadra dall’esterno non resta che una speranza: quella di un Delneri capace di indossare improvvisamente i panni del taumaturgo, e magari bravo a restituire ai suoi ragazzi un po’ di quell’entusiasmo che sembra essere andato perduto.

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