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I valori aggiunti dell’Udinese

Facciamo un po’ i tifosi da bar, che nel calcio non è di certo una cosa di cui vergognarsi. Per cui, immaginando di essere all’osteria con tre amici le domande che sorgono spontanee sono: ora che Muriel sta per tornare, torneranno...

Monica Valendino

Facciamo un po' i tifosi da bar, che nel calcio non è di certo una cosa di cui vergognarsi. Per cui, immaginando di essere all'osteria con tre amici le domande che sorgono spontanee sono: ora che Muriel sta per tornare, torneranno anche i dubbi sul dualismo con Di Natale? E Thereau dove lo mettiamo? Serve Aguirre? Non è che continuiamo a giocare col 3-5-1-1 come l'anno scorso? Domande comuni, risposte anche abbastanza facili.

Il dualismo con Di Natale non dipende che da Muriel: sa di poter giocare e fare la differenza, è l'uomo che in velocità può creare spazi nelle difese chiuse, che sono la metà delle squadre più o meno (Cagliari di Zeman a parte, che sta mostrando tutte le caratteristiche del suo allenatore). E' un valore aggiunto: deve però ritrovarsi psicologicamente, capire che essere campione non è una targa ad honorem, ma qualcosa che va confermato sul campo. I suoi sacrifici in allenamento, il fatto che segua la squadra a Milano per tifare sono segnali importanti come la voglia di rientrare dopo l'infortunio. Sa che si sta giocando tutto, questo è l'unico handicap: la pressione deve diventare rabbia agonistica, altrimenti viene schiacciato da sé stesso. Per il resto Stramaccioni non ha mai rinnegato le due punte, però è un allenatore alla Zac, che studia anche l'avversario per mettere insieme le caratteristiche che possano riuscire a rendere al meglio, quello che è successo con l'Inter nella ripresa, con una squadra impostata nel modo giusto e con i cambi fatti ad hoc. Muriel deve capirlo e più trova continuità più può dare, senza escludere per questo Thereau.

Perché non lo dirà mai, ma se gli equilibri del centrocampo (fulcro di tutto) vengono confermati, allora si più pensare anche a un 4-3-1-2 con Therau dietro a Muriel e Totò. Per ora fantascienza, però la squadra è in divenire e così come si può passare dalla difesa q quattro a quella a tre, si può anche azzardare le tre punte, l'importante è come sempre l'atteggiamento. Questa è la risposta a tutto, la grinta e lo spirito di sacrificio sopperiscono a qualunque problema, rendono qualunque modulo 'il modulo'.

In ogni caso se questo non avverrà, Thereau non è solo una alternativa: all'Udinese regna la meritocrazia dopo anni di squadre di intoccabili per un motivo o l'altro. Le esclusioni di Domizzi e Pinzi, il loro reinserimento con la dimostrazione che non risentono delle scelte, ma anzi danno tutto se chiamati in causa sono a dimostrazione che il motto 'uno per tutti, tutti per uno' non è casuale. Per cui se Strama penserà che giocando contro la Samp, per esempio, sarà meglio usare una, due o tre punte lo farà in base alle considerazioni tratte in settimane: nell'ordine stato psico fisico di tutti gli elementi, prove tattiche, stato fisico del singolo. Punto. In base a questo anche il 3-5-1-1 diventa importante, lo si è visto a Milano.

Infine Aguirre: certo che serve. Infortuni, possibili cali di rendimento, rendono l'acquisto di una punta essenziale. Il resto del mercato verrà da altre considerazioni, ma un innesto davanti è già preventivato. E Aguirre ricalca quella che è la politica di sempre: giovane, già nazionale uruguaiano, senza pretese di un posto fisso, disposto a mettersi in mostra.

Questa è l'Udinese di oggi: ogni elemento che dà il massimo è un valore aggiunto, qualunque allenatore lo sa, figurarsi Stramaccioni.

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