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Il gioco delle tre carte

Ad Andrea Stramaccioni non si può imputare di non essere uno che cambia: la sua Udinese è come il gioco delle tre carte, dove il maestro d’armi intrattiene i tifosi, facendo sempre scegliere quelle sbagliata. In realtà Strama sta...

Monica Valendino

Ad Andrea Stramaccioni non si può imputare di non essere uno che cambia: la sua Udinese è come il gioco delle tre carte, dove il maestro d'armi intrattiene i tifosi, facendo sempre scegliere quelle sbagliata. In realtà Strama sta semplicemente provando soluzioni diverse, col numero tre che ricade in maniera ripetitiva. O dietro o in mezzo, qualche volta davanti è la base su cui costruire la sua squadra.

La difesa a tre è stata provata per tutta l'estate, quasi un omaggio reverenziale al passato, poi si è passati a quella a quattro (che molti reclamavano già l'anno scorso). Esperimento riuscito per un po', poi 5 gare con 2 punti hanno messo un po' di dubbi in testa, non tanto per iil modulo, ma quanto per il modello che lo indossa, perché monco di qualche giocatore, un po' farfallone. In coppa ecco così di nuovo la difesa a tre: risultato due gol presi, altri due rischiati. Non un bel biglietto da visita, ma dalla cintola in su qualche miglioramento si è visto. Di certo non sembra questa l'Udinese che può giocare a Milano, al di là dei giocatori.

In mezzo però giocare a tre non dà garanzie: Guilherme davanti alla difesa non sta rendendo come qualche mese fa, il gioco latita. Per cui ai tre centrali meglio aggiungere un jolly, facendo diventare la mediana una fisarmonica che cambia dal rombo alla linea orrizzontale.

Tre sono i giocatori che sono sempre e comunque davanti, Cesena a parte: un trequartista e due punte non si toccano, è la filosofia di partenza su cui il tecnico sta lavorando da tempo. Non si torna indietro a meno di cataclismi che a 18 punti sono alquanto imprevedibili (l'Inter a 17 parla di Champions).

Tre per ora sono gli inamovibili, almeno così sembra, nelle preferenze di Strama: Di Natale, Badu e Guilherme, considerati fantasia, quantità e qualità in mezzo. Se funzionano tutta la squadra ne trae giovamento.

Le prime tre alternative in panchina, intatto sembrano cambiare gerarchia: Pinzi, ma in ascesa ci sono i giovani rampanti come Evangelista e Ferandes, che col Cesena ha dimostrato che se messo al posto giusto sa rendere.

Detto questo sulla formazione è meglio aspettare oggi e domani per dare qualche indicazione in più: ma il 4-4-2 sembra la soluzione più logica, figlia del gioco delle tre carte: per magia tutto cambia, anche se tutto rimane apparentemente uguale.

©Mondoudinese

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