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La prova del nove

Udinese-Chievo dara’ le prime risposte sul grado di miglioramento e di maturazione sotto il profilo della personalita’ da parte dell’undici friulano. Guai a ripetere l’errore dell’anno scorso

Sergio Salvaro

Si torna in campo per la quinta giornata del campionato di serie A e, guardando alle vicende di casa Udinese, quest’oggi lo si fara’ anche molto presto. Friulani che giocano nuovamente di fronte al pubblico amico e che saranno protagonisti del cosiddetto lunch-match visto che, con inizio alle ore 12.30, ad opporsi all’undici di mister Beppe Iachini sara’ il Chievo Verona. Partita che da sempre, prima con un Chievo a vocazione offensivista sotto la guida di Delneri nei primi anni Duemila, passando poi per le fasi storiche nelle quali i cosiddetti “mussi” annoveravano in panca due nocchieri autentici maestri di tattica come Di Carlo e Maran (oggi squalificato), ha sempre visto l’Udinese impegnata piu’ o meno severamente dagli avversari veneti. La prima immagine che balza agli occhi pensando ai clivensi e’ la compattezza: una caratteristica che si esprime a tutto tondo sia dal modo di stare in campo da parte degli interpreti gialloblu, sia per come gli stessi giocatori e l’allenatore si sentano perfettamente integrati in quella che e’ la dimensione dell’ambiente che caratterizza e circonda il team presieduto da Luca Campedelli.

La partita di oggi per i bianconeri si presenta complessa. Per avere la meglio sugli odierni avversari occorrera’ tenere in mano il pallino del gioco e colpire nel modo e nel momento giusto. Le premesse per vedere qualcosa di diverso dall’ultimo, ruvido, teso precedente dello scorso aprile ci sono tutte. L’Udinese non ha addosso la pressione che contraddistingueva quella partita, nella quale i bianconeri sapevano bene di giocarsi importanti chances di salvezza sia nello scontro che li opponeva agli uomini di Maran, sia in quello successivo, distante sole 72 ore e sempre giocato in casa, al cospetto della Fiorentina. La vittoria di sette giorni or sono di San Siro sul Milan, limpida, voluta, meritata, ha dato molto morale alla truppa di Iachini. Ma proprio per questo la gara di oggi all’ora di pranzo fungera’ da autentica prova del nove, in tutti i sensi, per Danilo e compagni. Scopriremo quanto il belga Kums, forse non molto appariscente al “Meazza” ma tatticamente importante per questa squadra, sapra’ vestire i panni del regista bravo a dettare i tempi di gioco in fase di costruzione della manovra.

Inoltre, Udinese-Chievo dara’ le prime risposte sul grado di miglioramento e di maturazione sotto il profilo della personalita’ da parte dell’undici friulano. Guai a ripetere l’errore dell’anno scorso: dopo l’iniziale successo in casa dei campioni d’Italia della Juventus, in pochi si resero conto che quella vittoria era stata figlia di un atteggiamento volto alle barricate per almeno tre quarti di gara, con l’Udinese brava a sfruttare l’unica occasione capitatale. Stavolta sara’ bene considerare l’exploit di Milano come una situazione che fa bene al morale e alla classifica, tenendo presente che questa Udinese, attraverso un duro e costante lavoro,  ha i mezzi per giocare anche meglio di quanto le sia riuscito alla Scala del calcio. E’ la prova del nove, perche’ tanti sono i punti che la compagine friulana potrebbe raggiungere in caso di successo a spese dei clivensi; fatto che darebbe ulteriore spinta alle zebrette, in vista dell’impegno infrasettimanale, ancora al “Friuli/Dacia Arena” contro la Fiorentina. Non ci stancheremo di ripetere che questo e’ l’auspicio, ma che per battere questo Chievo, formazione organizzata e ben collaudata, ci vorra’ davvero un’Udinese paziente, bella, propositiva e tenace.

Sara’ infine la prova del nove anche da un punto di vista delle scelte tecniche operate da Iachini. Nove e’ il numero di maglia del colombiano Duvan Zapata. Da un centravanti come lui ci si aspettano i gol, che per il momento non sono arrivati. Il lavoro sporco a sfiancare le difese avversarie da parte sua c’e’ stato, ha dato i suoi frutti sia contro l’Empoli che contro il Milan, ma a fronte di un panteron che non e’ ancora riuscito a trovare la via della rete, c’e’ uno Stipe Perica gia’ diventato un autentico beniamino dei tifosi, sicuramente grazie alle importanti reti marcate  sin qui a referto, ma  anche in forza di una simpatia contagiosa, di un sentito attaccamento alla maglia indossata e di una dialettica dal vago sapore boskoviano, Per cui c’e’ sicuramente in Zapata, casacca numero nove, la voglia, piu’ che la necessita’, di dimostrare di essere ancora lui il punto di riferimento la’ davanti. Perche’, al di la’ di un’idea di gioco che si sta via via sviluppando, ma che deve ancora percorrere parecchia strada per imporsi come l’abito perfetto da far indossare a questa sua Udinese, Iachini una cosa, in questo suo primo scorcio di esperienza in Friuli, l’ha fatta intendere chiaramente: ci sara’ spazio per tutti, ognuno avra’ modo di mettere in mostra le proprie qualita’ migliori per cercare di influenzare in maniera costruttiva e volta al progresso le scelte del tecnico. Il mister ascolano  potra’ anche gia’ aver individuato un’intelaiatura di squadra,  ma il suo modo di concepire il calcio, visto come sport dove e’ il gruppo a fare la differenza, ci fa pensare che dalla sua mente siano radicalmente esclusi concetti quali titolari inamovibili o  titolarissimi.

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