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L’analisi logica della conferenza di Strama: una Udinese da combattimento

Andrea Stramaccioni ha fatto capire due cose: che la sua Udinese gioca se ci mette fame in campo. Due che il modulo è un vestito che si adatta ai giocatori: se Silva e Widmer sono al 101 per cento si può pensare a un 3-5-2 o 3-5-1-1 (fate voi)...

Monica Valendino

Andrea Stramaccioni ha fatto capire due cose: che la sua Udinese gioca se ci mette fame in campo. Due che il modulo è un vestito che si adatta ai giocatori: se Silva e Widmer sono al 101 per cento si può pensare a un 3-5-2 o 3-5-1-1 (fate voi) che funzioni, altrimenti Pasquale sulla sinistra (magari con Bubnjic dietro) possono creare un buco su quella fascia. Non l'ha ovviamente detto apertamente, ma quello che intuiamo è questo. Per cui si è preso alcune ore, fino alle 12 di domani per decidere, quando dirà ai suoi la formazione. Che a oggi non dovrebbe discostarsi dal 4-3-1-2, certo con due punte, perché a quelle non rinuncia, lo ha sempre sostenuto, sarebbe come rinnegare un credo calcistico in virtù dei risultati. L'Udinese ha 18 punti, d'accordo che ha giocato male le ultime cinque gare, ma non per questo i progressi fatti dall'estate devono essere stravolti. Perché? Per accontentare gli allenatori senza patentino?  No, non è così che funziona: gioca chi sta meglio, e ciò non vuol dire che a Milano non possiamo assistere a sorprese.

Per ora la logica del momento (mutabile in base alle ultime indicazioni nascoste a tutti), dice che la difesa sarà la solita conWidmer e Piris sulla sinsistra. Rombo in mezzo con Guilherme davanti alla difesa (dive agisce meglio), Badu e Allan mezzali (anche loro nel ruolo più congeniale), Kone dietro a Therau e Di Natale, gli unici certi dopo la panchina col Cesena. Freschi e pronti a fare il loro lavoro: il francese di sacrificio e di spinta, Totò alla ricerca dell'ennesima magia. Perché, come detto da Strama, di sostituti per Totò non ce ne sono

E chi parla di una squadra che gioca solo per lui è come se affermasse lo stesso per il Barcellona per Messi o il Bayer su Muller: se hai campioni li sfrutti, gli altri piuttosto ci devono mettere altro.

E quest'altro si traduce non solo in grinta, ma anche in intelligenza tattica. Il coraggio? quando si è alzata l'asticella i giocatori hanno dimostrato di non essere pronti ai quelli di fioretto, questa squadra è ancora da sciabola.

A Milano quindi, una Udinese da combattimento. Modulo a parte.

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