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L’ottimismo è il profumo della vita

C'è ottimismo in casa Udinese dopo il pari col Sassuolo: peccato che De Canio ora debba far fronte a una classifica davvero da paura. Se avesse avuto più tempo...E la sosta senza undici giocatori via con le nazionali non è il massimo

Monica Valendino

L’Udinese riparte dal pari di Reggio Emilia col Sassuolo: bene l’atteggiamento, bene un primo tempo davvero notevole, bene lo spirito con cui si è affrontata la partita, meno bene la ripresa con vecchie paure che evidentemente necessitano di tempo per essere superate. Meno bene ancora la classifica, che si insinua tra l’ottimismo per il nuovo corso De Canio. Purtroppo in Serie A nulla è regalato e tanto meno lo sarà la permanenza in A: Frosinone, Carpi, Palermo, ma anche la Samp sono concorrenti non facili. E pensare che qualcuno dava emiliani e ciociari giù spacciati.

Niente calcoli su quanti punti serviranno per la matematica, da qui alla fine serve continuità. E davanti Napoli e Samp non possono far dormire sonni tranquilli, anche perché la vera risposta della squadra bianconera arriverà qui: la reazione è stata positiva, ma altre volte l'Udinese aveva reagito per poi crollare.

In mezzo c’è una sosta che servirà a De Canio a mettere ulteriormente mano alla squadra che ha già dato segnali di una reazione. Peccato solo per gli undici nazionali che rientreranno solo a ridosso della gara con la squadra di Sarri.

Comunque sia, nel calcio si inventa poco, ma da quello che si ha in mano si può ottenere tanto o poco in base alla bravura dell’allenatore: e Gigi De Canio in cinque giorni ha ridato fiducia a un gruppo devastato, ha rimesso tutti sullo stesso piano, ha ricucito il rapporto con i tifosi spazzando via dal Bruseschi quegli odiosi teloni voluti da Colantuono, ma soprattutto ha messo i giocatori al loro posto in campo. Non è fantascienza, è solo buon senso.

Una squadra ordinata e con i giocatori nella loro posizione naturale rende molto di più di una formazione estemporanea e senza identità, come quella vista fino a una settimana fa. Purtroppo però la paura fa novanta e i soliti errori prima o poi compaiono: dopo il pari del Sassuolo l’Udinese è sparita nuovamente, per cui è chiaro che il lavoro sulla testa sarà determinante.

Tornando ancora un attimo sul recente passato, l’Udinese sembrava avvolta dal terrore sempre, non solo dopo un gol preso, ma la causa non erano solo i risultati in sé, anzi questi erano figli della situazione che si era venuta a creare. Del resto un generale, o è Patton o MacArthur, oppure è meglio avere uno stratega. E De Canio si è rivelato tale nel suo approccio: in cinque giorni poteva poco se non ridare dignità all’intero ambiente e ci è riuscito.  Forse il cambio andava perpetuato prima, dopo il crollo a Palermo, per concedere al nuovo tecnico più tempo. Nove settimane sono poche.

Ora viene il difficile: in otto partite il tecnico lucano deve portare la nave in porto. La fiducia c’è, l’ambiente è con lui, finalmente la compattezza c’è anche nello spogliatoio. Ma serve correggere errori e paure. O forse aggiungere solo un po’ di ottimismo in più, perché come diceva il grande Tonino Guerra, è il profumo della vita. E anche nel calcio senza un minimo di tranquillità nel futuro non si va lontano.

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