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Milano e Vincenzo

A San Siro contro il Milan di Vincenzo Montella: nulla a che vedere con la hit portata al successo dal domese Alberto Fortis nel 1978, ma due grandi tabu’ da sfatare per l’Udinese

Sergio Salvaro

Esauriti gli impegni continentali e non delle varie nazionali, e’ tempo di rituffarsi nel clima campionato, e l’Udinese e’ attesa dalla difficile trasferta sul campo di San Siro contro il Milan. Tutto quanto fa da contorno alla vigilia di una partita e’ di volta in volta significativo, per cui se nella prima trasferta di Roma l’Udinese si portava dietro l’onta di un’inopinata eliminazione in Coppa Italia per mano dello Spezia, incrociava le armi con una formazione estremamente competitiva e momentaneamente corroborata dall’importante (quanto inutile col senno di poi) pareggio esterno in Champions League ed e’ quindi comprensibile come l’undici friulano sentisse addosso tutto il peso dello sfavore del pronostico, in questa circostanza le premesse appaiono profondamente diverse.

L’ultimo innesto Sven Kums, il cervello di centrocampo da piazzare davanti alla difesa, sembra d’un colpo colmare le palesi mancanze delle quali la formazione bianconera da tempo soffriva: assenza di un uomo tecnicamente in grado di dettare i tempi la’ in mezzo, ed assenza di un leader per la squadra. A livello di allenamenti il belga sembra essersi subito imposto all’attenzione dei compagni e di osservatori piu’ o meno qualificati, vedremo ora se il campo dara’ le risposte che in molti si attendono. I punti farebbero morale, ma e’ fuor di dubbio che per una compagine bianconera andata male nell’esordio di Roma e cosi’ cosi’ nel successo interno ottenuto a spese dell’Empoli, vedere Danilo e soci giocare e soprattutto giocarsela al cospetto del Milan, alla Scala del calcio, darebbe un segno tangibile di una costante crescita da parte degli uomini di Iachini. Tentare questo si puo’ e soprattutto si deve, tenuto conto del fatto che i rossoneri dovranno fare a meno di uomini di un certo peso come lo slovacco Kucka in mediana e Niang nel tridente d’attacco voluto dal nuovo tecnico milanista Vincenzo Montella. Parlando dell’ ex “aeroplanino” ci addentriamo nel discorso cabala, che nell’otttica dell’odierno match sembra rappresentare uno dei piu' duri scogli da superare per i ragazzi di Iachini.

Da quando e’ allenatore, Montella di rado e’ uscito sconfitto in partite casalinghe al cospetto dell’Udinese (rara eccezione fu lo storico 0-2 del “Massimino” di Catania, nel maggio 2012, che permise agli uomini allora allenati da Guidolin di staccare il secondo biglietto consecutivo per i preliminari di Champions); Iachini peraltro da allenatore non ha mai superato Montella, ed anche il numero di vittorie friulane sul Diavolo in veste di squadra ospitante e’ esiguo: 4, e giunte in circostanze molto particolari, tutte una diversa dall’altra. Si parte dallo storico 1-0 del gennaio 1982 firmato Franco Causio, primo storico successo delle zebrette a San Siro, specchio di un’Udinese in costante ascesa e di un Milan in declino –a fine stagione i rossoneri avrebbero conosciuto la prima retrocessione maturata sul campo della propria storia-, passando poi per il clamoroso 2-3 del 27 gennaio 2002, un successo sbocciato dopo aver rimontato un iniziale svantaggio di due reti, per un’Udinese allora allenata dall’attuale ct della Nazionale Italiana, Ventura, che in quel frangente faceva sperare in un tentativo di aggancio alla zona Europa, e che invece si salvo’ per il rotto della cuffia con una vittoria centrata a tempo scaduto, su rigore, a Lecce nella penultima di campionato.

Poi lo straordinario 1-2 della stagione 2003-2004, in assoluto una delle perle di tutta la gestione Spalletti, contro un Milan che a fine stagione avrebbe vinto lo scudetto, per arrivare infine ad un altro 2-3, quello di fine stagione 2006-2007, sconfitta inflitta ad un Milan imbottito di riserve, tutto rivolto con la mente alla finale (poi vinta) di Champions League; vittoria bianconera che, per quanto prestigiosa, non permise ad Alberto Malesani di strappare la riconferma in panchina per la stagione seguente. Pertanto, in vista dell’odierna sfida del “Meazza”, chi segue con passione le vicende bianconero-friulane non puo’ non tenere d’occhio il binomio Milano e Vincenzo: nulla a che vedere con la hit portata al successo dal domese Alberto Fortis nel 1978, ma due grandi tabu’ da sfatare per l’Udinese.

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