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No a vacanze romane per l’Udinese

“Siamo arrivati a Roma, vogliamo vedere il Papa”. Vecchio adagio che sta a significare che chi è già stato abile a centrare obiettivi che andavano al di là del piu’ avverso pronostico, vuole togliersi l’ultima soddisfazione provando a...

Monica Valendino

“Siamo arrivati a Roma, vogliamo vedere il Papa”. Vecchio adagio che sta a significare che chi è già stato abile a centrare obiettivi che andavano al di là del piu’ avverso pronostico, vuole togliersi l’ultima soddisfazione provando a cogliere l’ultimo, il piu' alto e prestigioso tra tali obiettivi.

Non potrà dire cosi’ l’Udinese, che a Roma ci va si’ per essere ospitata domani sera dai locali giallorossi, ma non si accinge di certo ad affrontare l’impegno con la tensione che aveva accompagnato, in un recente passato, vigilie nelle quali l’intero ambiente era consapevole di battersi per qualcosa di importante. Questo non significa che in vista del match dell’”Olimpico” gli uomini di Stramaccioni debbano presentarsi molli, demotivati e con la testa in vacanza. Sarebbe irrispettoso verso gli avversari di turno e verso chi con la compagine capitolina sta battagliando per un posto in Champions League. Un atteggiamento dimesso a votato alla sconfitta sarebbe peraltro deleterio per l’Udinese ed i suoi progetti a breve scadenza.

All’indomani della vittoria contro l’Hellas a Verona che aveva chiuso aritmeticamente la pratica salvezza, si diceva che le ultime quattro giornate di campionato sarebbero state utili per cercare di migliorare la posizione in classifica e soprattutto per valutare quali elementi dell’attuale rosa sarebbero risultati utili per procedere alla costruzione dell’Udinese del prossimo anno che giocherà nel nuovo stadio finalmente completato. Il primo di questi quattro step ha dato esito totalmente negativo e non si è rivelato utile allo scopo.  Contro la Sampdoria si sono rivisti i peccati originali di tutta una stagione. Piu' nel dettaglio, in quanto a negatività della prova offerta, la sfida persa contro i blucerchiati ha ricordato nei suoi aspetti climatici e sotto il profilo della condotta di gara un altro fra i sette stop interni patiti dalle zebrette nell’annata, quello contro il Palermo. In entrambe le circostanze la squadra si è sciolta come neve al sole, non giravano le gambe e di conseguenza era destinata a venir meno la concentrazione: una squadra libera di testa come l’Udinese, che dovrebbe avere la forza dei nervi distesi dalla sua, ha invece offerto al pubblico presente un’ultima mezz’ora all’insegna dell’indolenza e dell’arrendevolezza. A nostro giudizio non ci si deve illudere o aggrapparsi oltremodo all’episodio del possibile 1-1 ingiustamente annullato a Cyril Thereau: la Sampdoria aveva numeri e una motivazione superiori e tali per aggiudicarsi in ogni modo il match.

Ora si va a Roma, per una partita che presenta delle tematiche simili a quelle del pre Udinese-Sampdoria: l’avversario non attraversa di certo il suo momento migliore, e non potrà piu’ contare nel corso di questo torneo sull’apporto dell’ivoriano Gervinho, infortunato; in piu’ la Roma è in corsa per il piu’ importante fra gli obiettivi europei, la Champions. Per cui, se l’Udinese vorrà dare una mano alla dirigenza aiutandola a dirimere importanti nodi tecnici in prospettiva futura, se i bianconeri intendono rendere meno amaro questo finale di torneo a se stessi e ai propri tifosi, i friulani dovranno togliersi dalla testa l’idea di considerare la trasferta nella città eterna come una sorta di vacanza-premio di fine stagione.

"Sergio Salvaro@MondoUdinese

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