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Obbligo di riscatto

L’ambiente bianconero friulano conta in una serata nella quale alla fine ci sia davvero qualcosa da festeggiare; se cosi’ non fosse, la notte si tramuterebbe in uno spazio, nemmeno tanto limitato, complice la sosta per gli incontri delle...

Sergio Salvaro

Nella fase storica che il calcio attraversa, e noi con lui, noi, che una volta eravamo abituati a sciropparci le grandi (perche’ tali erano) manovre di mercato nel breve volgere di due settimane, per poi seguire con un occhio nemmeno troppo indiscreto la fase di preparazione delle diverse squadre, attendendo con ansia il calcio dei punti messi in palio, e che invece adesso dobbiamo fare l’abitudine alle nuove formule contrattuali legate alla campagna trasferimenti, non abbiamo scelto il titolo di apertura del nostro intervento pensando ad una delle soluzioni giuridicamente esistenti buone a sancire il passaggio di un calciatore da una squadra ad un’altra. L’obbligo di riscatto e’ cio’ a cui e’ chiamata questa sera l’Udinese, che dovra’ dimenticare e far dimenticare in fretta ai propri supporters la sciagurata prestazione al “Mapei Stadium” di Reggio Emilia, domenica scorsa.

Prestazione senza capo ne’ coda, quella contro i neroverdi, gia’ lo si era detto al termine del match, e la cui gravita’ –altro che osservazioni di Panagiotis Kone che sfonda la classica porta aperta affermando che questa squadra e’ troppo discontinua- viene ancor di piu’ accentuata se si osserva quanto il Sassuolo di oggi sia rimaneggiato, oltre che stanco, come ha sentenziato la sconfitta in casa dei belgi del Genk, giovedi’ sera in Europa League. Contro il Sassuolo di questo scorcio di stagione, affaticato e numericamente in difficolta’ per quanto riguarda l’assenza di molti titolari, l’Udinese non e’ praticamente esistita per 80 minuti. Grande atto di umilta’ e autoconsapevolezza, in generale, quando un allenatore nota i propri errori e cerca di porvi rimedio: ma anche le tre sostituzioni pensate da Iachini per correre ai ripari dopo essersi reso conto dell’inadeguatezza dell’undici schierato in partenza, non hanno sortito alcun effetto. La prima e’ giunta al 35’ del primo tempo, le altre due sono risultate buone a confermare la volonta’ di schierare un trio d’attacco, comunque reso sterile ed inconcludente da un gioco che non c’e’, o che, in caso contrario, viene comunque espresso troppo ad intermittenza; la formula a tre punte e’ pertanto ben lungi dal rivelarsi la panacea per tutti i mali che da tempo immemorabile attanagliano l'Udinese.

Quando la squadra esce sconfitta, gli sciagurati interpreti di queste debacles se ne escono con le solite frasi fatte infarcite di buoni propositi, frasi sulle quali anche i sostenitori piu’ fedeli e pazienti sembrano non voler transigere piu’. Questa sera, nel secondo posticipo del sabato, all’impianto dei Rizzi arriva la Lazio. Malgrado la compagine biancoceleste allenata da Simone Inzaghi sia inserita nel gruppo delle squadre che hanno sin qui conquistato 10 punti, posizionandosi subito alle spalle delle posizioni di vertice, a Roma, sponda laziale, si continua a manifestare malcontento soprattutto verso la presidenza di Claudio Lotito, una sorta di presidente-prestigiatore che in un’estate fatta di grandi illusioni per il popolo di fede laziale, e’ stato capace di far riapparire e scomparire dal fatidico cilindro, come fossero conigli, tre allenatori: Prandelli, Bielsa ed ora un Simone Inzaghi che gia’ era stato positivo protagonista in panca nello scorso finale di stagione. Per cui le mire volte a continuare la striscia positiva da parte della Lazio si scontrano col bisogno di punti dell’Udinese e del suo allenatore, che, a fronte delle rassicurazioni che arrivano dal fronte dirigenziale bianconero, potrebbe davvero rischiare piu’ di qualcosa se dalla ruota di Udine uscissero i segni X o peggio ancora 2. Dovesse (auguriamoci di no) latitare per l’ennesima volta il gioco, almeno si spera che la squadra dia un segno sotto il profilo temperamentale e della concentrazione, non mostri di essere quel tipo di complesso che ricalca l’atteggiamento spifferato ai quattro venti da Kone, il che denoterebbe un team quasi rassegnato ai suoi ormai cronici alti e bassi. Per quanto disturbata da assenze importanti, la Lazio gli uomini per poter far bene nel match di questa sera ce li ha: se in serata di grazia, Immobile e’ uomo capace di fare un moto continuo e di creare voragini nelle difese avversarie; Milinkovic-Savic e’ in crescita ed in difesa De Vrji e’ sempre elemento di spicco. Iachini pare orientato alla scelta delle due torri in attacco, Zapata e Perica, spalleggiati da De Paul.

A centrocampo all’Udinese farebbe comodo recuperare Badu, che risente dei postumi delle botte rimediate contro la Fiorentina, ma che grintoso com’e’, le tentera’ tutte per essere della partita quessta sera. E poi la difesa, che stasera piu’ che mai, dal portiere ai centrali agli esterni bassi non potra’ piu’ concedersi il lusso di dimostrarsi svagata come in alcuni frangenti domenica scorsa in terra emiliana. Fare meglio di Sassuolo si puo’, anzi si deve.

L’ambiente bianconero friulano conta in una serata nella quale alla fine ci sia davvero qualcosa da festeggiare; se cosi’ non fosse, la notte si tramuterebbe in uno spazio, nemmeno tanto limitato, complice la sosta per gli incontri delle nazionali, lungo ben due settimane, dalle quali potrebbero scaturire importanti determiinazioni improntate a dare alla squadra quello scossone che tutto l’ambiente friulano attende ormai da tre anni.

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