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Pontisso e Meret, il bianconero dipinto addosso

La vittoria sull'Atlanta ha mostrato due friulani titolari: Simone Pontisso e Alex Meret sono solo il puti di partenza di una nuova politica

Monica Valendino

Di Natale ha oscurato con giocate che da sole valgono un biglietto il vero motivo della serata bianconera: come anticipato, finalmente, l'Udinese ha schierato due friulano in campo contemporaneamente. Non succedeva da tempo immemore e la uova tendenza piace.

L'Udinese sta riscoprendo la Primavera e soprattutto sta cercando in zona i giovani da crescere in casa. Vuoi per le nuove norme, vuoi anche per motivi affettivi (Paròn Pozzo lo auspicava da tempo), ecco che i primi frutti si vedono.

SimonePontisso solo qualche settimana fa ci raccontava che vestire il bianconeri, la maglia del cuore, “è una grande soddisfazione per me. E non nascondo che mi piacerebbe giocare tanti anni con questa maglia addosso, del resto ho sempre tifato Udinese. A chi mi ispiro? Pirlo, che oggi è andato via e Verratti”.

Giocare con l'Atalanta al Friuli "è stata una grandissima emozione per me giocare in questo stadio. Io sono in questa squadra dalle giovanili, è stata la realizzazione di un sogno".

Chi l'ha visto crescere sotto l'occhio attento di mister Luca Mattiussi sa bene che questo centrocampista sta avendo una evoluzione enorme e l'approdo in prima squadra appare quasi scontato. Ha personalità, ha tiro dalla distanza, ha visione di gioco: l'unico difetto che deve migliorare è che se aggredito da giocatori smaliziati, può soffrire qualcosa, ma alla sua età ci mancherebbe che non avesse qualche piccola pecca.

L'altra faccia della medaglia si chiama Alex Meret: in molti da tempo lo considerano anche migliore del suo amico Simone Scuffet, e certi interventi contro l'Atalanta fanno capite che questo giudizio è tutt'altro che azzardato. Solo un paio di settimane fa raccontava che per la sua crescita “sono stati utilissimi soprattutto gli allenatori dei portieri che mi hanno tramandato una buona tecnica e devo a loro se adesso sono cresciuto. Mattiussi è stato fondamentale. In Primavera il mio esordio è stato inaspettato, ero in ritiro con gli allievi e siccome mancavano i portieri sono stato chiamato. Mattiussi lo avevo già dai giovanissimi,  sa fare gruppo che è la cosa fondamentale”.

Dopo la gara con l'Atalanta non ha nascosto l'emozione:  "E' stata una grandissima soddisfazione. Giocare nella squadra che tifo fin da bambino è stata un'emozione meravigliosa. Ringrazio i tifosi per il trattamento e per l'affetto avuto nei confronti miei e di Pontisso".

Le sue qualità sono la sicurezza che infonde ai compagni e i riflessi, ovvero le fondamenta di un grande portiere.

Amici e compagni di squadra fin dalle giovanili i due rispecchiano il modello dei giocatori che in Friuli piacciono: poche parole, tanti fatti e il bianconero cucito addosso fin da bambini. 

Guai a perderli ora che si stanno affacciando: l'Udinese che si sta evolvendo in campo e sul mercato, sta finalmente scoprendo il gusto di ripescare in primavera. E se questi due sono i primi frutti, attenzione a Magnino, Perisan, Presello, Francescutti, Borgobello, Variola e Lenardi. Tutti friulani che con mister Mattiussi stanno crescendo e che hanno le qualità per proporsi anche tra i grandi prima o poi.

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