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Pozzo: Non sono soddisfatto, ma la colpa è anche della società

Para Pozzo torna parlare in una lunga intervista al Messaggero Veneto: "Con la Lazio mi sono preso un borsino". Intona to ha rivoluzionato l'Udinese sul mercato "per poter chiudere la stagione senza patemi". E non mancano frecciate a Guidolin.

Redazione

Torna a parlare Paròn Pozzo toccando tutti i tempi "caldi" che vengono discussi quotidianamente tra i tifosi friulani. Dopo la gara con la Lazio in un lunga intervista al Messaggero Veneto ammette che «mi sono preso un brodino. Ma visto che si tratta di una dieta per vecchietti e io sono ancora carico di motivazioni, dico che adesso è il momento di rispondere. È un incitamento rivolto alla squadra: i tifosi hanno fatto la loro parte domenica, sono stati davvero il nostro dodicesimo uomo in campo. Devono essere ripagati. Colantuono? I risultati sono importanti in questo mondo, ma per gestire una società bisogna essere equilibrati. Detto questo è chiaro che anche il Pozzo dirigente si attende di più, non solo il tifoso Pozzo, soprattutto adesso che abbiamo corretto la rosa»

Intanto si è rivoluzionata la squadra sul mercato a dimostrazione che lo stesso Pozzo non è soddisfatto: «No, finora abbiamo fatto il minimo indispensabile. Ma la colpa è anche nostra, come società: non ero soddisfatto di come era stata costruita la squadra. Adesso abbiamo cercato di fare delle correzioni in corsa per poter chiudere la stagione senza patemi, ma la scorsa estate abbiamo sbagliato qualche valutazione.  Con Balic e tutti gli altri giovani che abbiamo dobbiamo costruire un futuro capace di ripagare il nostro pubblico»

Impossibile però non parlare del nome dello stadio: «Stadio Friuli Dacia Arena, per me lo stadio resterà sempre il Friuli, la Dacia ha voluto legare il suo nome all’impianto e noi abbiamo accettato: il calcio di alto livello non si fa con le parole».

Non manca, tra le righe, qualche frecciata a Guidolin:  « Resterò sempre un suo ammiratore, ci ha regalato molte soddisfazioni: Se l'avrei ripreso? Non so se mi sarei fidato. Mi ha lasciato in braghe di tela due anni fa. Magari dopo tre mesi avrebbe tirato fuori di nuovo la questione dello stress».

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