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Scuffet: «Dicono che sono finito, ma sto solo imparando»

Simone Scuffet si racconta alla Gazzetta: "Sono convinto di non aver perso tutto. Questo pensiero che a 19 anni sono quasi finito, solo perché ho fatto un anno in B, non mi riguarda. Ho giocato 34 partite e mi serviva. Sono come un portiere che...

Redazione

Simone Scuffet e il suo futuro (ma anche le scelte passate), in un a lunga intervista alla Gazzetta dello Sport.

Promessa: in quest’intervista, per una volta, non parleremo di Atletico Madrid. «Ma no, è impossibile. Chi viene a intervistarmi ci prova, però non riesce nessuno. L’importante è che si scriva la cosa giusta: non è vero che dopo quei primi mesi di A ho detto no alla Spagna per finire le superiori. Io ho scelto di restare a Udine per l’ambiente, per i preparatori dei portieri. Volevo continuare a crescere lì».

A questo punto... parliamone. Ci sono rimpianti?

«No, sentivo che era la cosa giusta. E se lo sentivo è stato giusto fare così. Magari in futuro mi servirà più un anno in panchina a Udine che una stagione in Spagna. Chissà che avrei fatto lì».

Che cos’è, fatalismo? Per la serie: doveva andare così...

«No, è diverso: in quell’anno di panchina ho imparato. Poi rimpiangere il passato, pensarci ancora, è una cosa che toglie energie: meglio pensare a come migliorare».

Però due anni fa Scuffet era con Prandelli per lo stage pre-Mondiale, oggi ha preso 52 gol in B. Fa impressione.

«Eppure sono convinto di non aver perso tutto. Questo pensiero che a 19 anni sono quasi finito, solo perché ho fatto un anno in B, non mi riguarda. Ho giocato 34 partite e mi serviva. Sono come un portiere che esce dalla Primavera e va in B: il percorso di un ragazzo normale».

Donnarumma in fondo è un po’ lo Scuffet del 2016. Che consiglio gli si può dare?

«Di giocare, giocare sempre. Sarebbe sbagliatissimo andare in un club che lo tiene in panchina. Il 99,9% delle squadre lo farebbe giocare».

L’Udinese nel 2014 invece...

«Dal loro punto di vista magari hanno anche fatto bene a tenermi in panchina. Karnezis è stato bravo».

E Scuffet com’è andato a Como?

«Ho fatto degli errori, il più pesante a Latina. C’era vento, ho valutato male un cross e...».

Va bene, ma è più forte Scuffet 2014 o Scuffet 2016?

«Io sono convinto di essere più forte ora. Ho fatto errori anche due anni fa, solo che il primo anno te li perdonano, non li vedono. Adesso è diverso».

A luglio finisce il prestito dell’Udinese al Como. Che si fa?

«La cosa più importante è sempre la stessa: giocare».

 

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