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Tavian: ‘Il ritiro in città scelta giusta’

Il ritiro che si svolgerà in città ha già acceso la curiosità di molti tifosi bianconeri, visto che ci si interroga su quali vantaggi reali possa portare rispetto a quello tradizionale in montagna. Marco Tavian, allenatore e opinionista a...

Monica Valendino

Il ritiro che si svolgerà in città ha già acceso la curiosità di molti tifosi bianconeri, visto che ci si interroga su quali vantaggi reali possa portare rispetto a quello tradizionale in montagna. Marco Tavian, allenatore e opinionista a Udinese Channel lo spiega:  "Innanzi tutto il Bruseschi è una delle strutture migliori in Italia. Sono stato a Zingonia, dove Beretti e Primavera lavoravano in un solo campo. A Udine ci sono 4 campi in erba naturale, 1 in erba sintetica, due gabbie, un campo sotto il pallone. La palestra è all'avanguardia con crioterapia e piscine rigeneranti: è difficile spostarsi per chi è abituato a lavorare qui. Non credo che la scelta sia stata fata solo per un discorso di comodità, ma logistico. Poi si pensi che ci saranno 40 giocatori all'inizio, servono almeno tre campi. Dove si può andare per gestire così tanti giocatori assieme? Sarà una scelta nuova, ma positiva".

Ma i ritiri non servono anche a fare gruppo, per cui in città è più dispersivo?

"Il ritiro può aiutare, ma al Bruseschi lavoreranno da mattina a sera. Anche perché il soggiorno sarà in albergo: quando c'è poi un gruppo di 15 persone è facile fare gruppo, ma con 40 giocatori è ovvio che si divididono lo stesso a prescindere dal luogo. Cambia poco anche sotto questo profilo rispetto ad Arta. Qua però le strutture permettono all'allenatore di cambiare il lavoro giornaliero in base alle esigenze".

Come si svolgerà il lavoro se la temperatura sarà alta?

"Qua ci sono le piscine, c'è l'impianto del freddo. Ho fatto ritiri in montagna e garantisco che la temperatura è simile durante giorno. La sera è vero che cala rispetto alla città, ma durante il giorno è davvero uguale".

Che tipo di preparazione ci dobbiamo attendere?

"In generale le preparazioni negli ultimi anni sono cambiate radicalmente: con 16 squadre si finiva il 10 maggio e si riprendeva il 15 settembre. Chiaro che serviva una preparazione mirata allora, oggi si è finito il 31 maggio, chi è in nazionale gioca ancora. Non si fanno più 30 partite, ma quasi 50. Si riprende il 6 luglio e  ad agosto già si gioca. C'è meno parte atletica e più pallone, si cerca di arrivare in forma e mantenerla, non ci son più picchi. C'è un grosso lavoro di mantenimento".

 

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