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Totò: quel gol una liberazione

Totò Di Natale non si rilasserà di certo, ma essere arrivato a 200 reti è un peso che si è tolto, in attesa del prossimo traguardo. IL capitano ha voluto scrivere alla Gazzetta dello Sort una lettera per descrivere le sue...

Monica Valendino

Totò Di Natale non si rilasserà di certo, ma essere arrivato a 200 reti è un peso che si è tolto, in attesa del prossimo traguardo. IL capitano ha voluto scrivere alla Gazzetta dello Sort una lettera per descrivere le sue sensazioni:"Prima di entrare in campo avevo un po' di timore. Ero emozionato nel tunnel, anzi emozionatissimo. Ma volevo farlo a tutti i costi. Che giornata: 400 partite in serie A e la possibilità di fare 200 gol in A. Mica una roba per tutti. Quando è cominciata la sfida con il Chievo il pallone non pesava più. Era come sempre. Sono anni che gioco a certi livelli e l'abitudine c'è. Appena ho potuto ci ho provato, ho calciato a giro, ma Bizzarri è stato bravo. Quando mi è arrivata la palla a fine primo tempo l'ho stoppata con il destro e colpita con il sinistro. Non era facile, eh. Ma è entrata. Una liberazione. Il primo pensiero è andato a mia mamma Giovanna che è mancata un paio d'anni fa e a papà Salvatore che è scomparso da pochissimo. Loro sono lassù. Poi mia moglie Ilenia, i miei figli Diletta e Filippo, il mio amico Simone, le persone più care. Ho pensato a quel primo gol di Como nel 2002, con la maglia dell'Empoli, segnato a Brunner che ora allena i nostri portieri. Sono corso ad abbracciare Tades che mi aveva confezionato la maglia con i 200. Tades è un magazziniere che sta da tanti anni all'Udinese, gli voglio bene.Accanto a lui c'era, felice, Paolo Artico, il mio preparatore da anni. Poi Andrea Carnevale, tutti gli altri, i compagni a cui devo tanto, il mister Stramaccioni. E' stato bellissimo. Mi ha fatto i complimenti l'arbitro Cervellera, me li hanno fatti i guardalinee e pure gli avversari del Chievo.

Oggi torno a Udine, riprendo ad allenarmi. Perchè non bisogna mai scordare che si ricomincia sempre da zero

Questo è il bello del calcio. Alla fine, felice per l'impresa, deluso per il pari, ho scambiato la maglia con Dainelli, uno che ho visto crescere a Empoli, una gran persona. Come ho festeggiato domenica sera? Semplicemente con una torta da Vincenzo e Maria Pisacane, al mio ristorante di riferimento, con la mia famiglia. Ieri era già un altro giorno e avevo preso un impegno importante con Luciano Spalletti. Avevo promesso di presenziare a San Gimignano a un evento per ricordare i ragazzi della Juve scomparsi a Vinovo. Una faticaccia, ma sono felice di averlo fatto. Ho ricevuto tanti messaggi e telefonate, ma quella che mi ha colpito di più è la chiamata del presidente del Coni Malagò. Una cosa che proprio non immaginavo. Stupendo. Oggi torno a Udine, riprendo ad allenarmi. Perchè non bisogna mai scordare che si ricomincia sempre da zero".

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