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Totò senza un buon centrocampo non può bastare

E’ a quota 2018 gol in Serie A, a soli otto gol da Altafini, ma soprattutto deve ancora trascinare l’Udinese. A 38 anni Totò Di Natale non solo è il simbolo di questa squadra, ma è ancora e soprattutto l’uomo al quale si...

Monica Valendino

E' a quota 2018 gol in Serie A, a soli otto gol da Altafini, ma soprattutto deve ancora trascinare l'Udinese. A 38 anni Totò Di Natale non solo è il simbolo di questa squadra, ma è ancora e soprattutto l'uomo al quale si chiedono i gol salvezza dopo l'infortunio di Duvan Zapata.

Ce la farà anche stavolta? I tifosi bianconeri lo sperano, altrimenti, per dirla alla Oronzo Canà, 'sono volatili per diabetici'. L'Udinese ha fondato i suoi successi con i suoi gol, ma negli ultimi anni la salvezza ha portato il suo timbro. L'anno scorso le 14 reti sono valse almeno altrettanti punti, del resto un bomber serve a questo.

L'età gli consentirà di arrivare ancora in doppia cifra? E' essenziale, perché Zapata prima di febbraio non sarà a posto, per cui la sua stagione p compromessa e difficilmente potrà raggiungere quota dieci; Thereau l'ha fatto due volte appena in carriera, Aguirre è una semplice scommessa che er ora non pare nemmeno aver trovato la fiducia del tecnico, meno ancora Perica. Ecco perché a 38 anni suonati Di Natale è chiamato a fare gli straordinari.

L'anno passato Stramaccioni aveva iniziato a pensare alla successione: voleva Quagliarella o un altro attaccante di affidamento per iniziare a far giocare la squadra anche senza il suo capitano. Che non sempre prese bene le esclusioni e alla fine il club ha puntato ancora su di lui e non sul tecnico. Oggi questa scelta deve ripagare: è stata un'altra scommessa di Pozzo che l'ha fortemente voluto ancora a Udine ben sapendo che il capitano aveva anche offerte dall'estero. Una scelta coraggiosa perché nel calcio nessuno è eterno, nemmeno i campioni come Totò.

Ma un capitano non abbandona la nave quando ha qualche falla e l'Udinese di bici nello scafo ne ha eccome. Il gioco da anni si fonda su Totò come terminale, oggi Colantuono ha 'ripudiato' il suo vecchio, caro 4-4-2, proprio per venire incontro a un impianto collaudato.

«Ha 38 anni, che cosa volete ancora da lui? A parte gli scherzi, è un po’ di tempo che dice che smette, che è l’ultimo anno... Non l’ha mai fatto, ma credo che questo sia proprio l’ultimissimo anno, a meno che non ci siano ripensamenti dell’ultimo momento. Insomma, basta guardarsi in giro, ormai è un po’ il papà di tutti»., ha affermato la moglie Ilenia al Messaggero Veneto. Ultimo anno. Forse. perché anche in passato sembrava che tutto stesse per finire. Una cosa è certa, però. A Udine conta il presente e le difficoltà contingenti sono sotto gli occhi di tutti: per cui al di là di tutto servono gol, che li firmi Totò o un altro non cambia. Da tre anni a questa parte la media realizzativa è uno dei problemi di questa squadra, e di certo le punte sono vittime di questo, non di certo le cause.

Per cui Totò è chiamato sì a trovare il gol con continuità, ma senza un centrocampo che lo supporti da solo non basterà.

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