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Udinese, AAA leader cercasi

L'Udinese prima di tutto deve trovare compattezza: Iachini fin da subito lavora su questo aspetto, lo spogliatoio bianconero rimane il primo ostacolo

Monica Valendino

AAA Leader cercasi. L'Udinese che riparte senza i senatori storici dopo anni, è alla ricerca di punti di riferimento che aiutino il compito di Iachini nel 'fare gruppo'. Già, perché il, tallone d'Achille di questa squadra è stata negli ultimi anni proprio uno spogliatoio a dei poco complicato.

Di certo sorprende che Danilo sia già comfermato capitano il tal senso. Iachini punta su di lui, sulla sua esperienza e personalità. «Danilo ha le qualità umane e tecniche per fare il capitan, ma vorrò altri capitani in squadra pur senza la fascia, ragazzi che attraverso il loro comportamento riusciranno a essere punti di riferimento per gli altri».

Danilo però deve tornare a dimostrare anche sul campo die essere leader: troppe distrazioni, troppi nervosismi, senza contare un rapporto con parte della curva che non è di certo idilliaco.

Ale sue spalle chi? Felipe è già il capitano in pectore, forse lui più del connazionale avrebbe meritato la fascia. Tranne le parentesi a Firenze, Parma e Milano, è cresciuto a Udine tanto da essere oramai un friulano d'adozione. Ha l'esperienza per guidare il gruppo e ha soprattutto un legame profondo con l'ambiente. Poi? Angella è un rientro importante anche perché uno dei pochi italiani rimasti, uno che ha carisma e si sa imporre.

Oltre a questo rimane poco però: Thereau e Lodi non sembrano capaci di essere trainanti, troppo discontinui, troppo nervosi a volte. Dietro ancora meno, visto che la squadra non ha una identità nazionale, è un crogiolo di culture diverse. Affiatare chi guarda più alle ambizioni personali che a quelle del club sarà il compito più difficili per Iachini.

Chi si attendeva una svolta nella politica, con l'arrivo di un nucleo di italiani che, come fu per Pinzi, Giannichedda e altri sapesse pian piano diventare lo zoccolo duro del gruppo, si deve ricredere. Piuttosto che riportare a casa Verre, crescerlo anche come leader dello spogliatoio, si è preferito il coetaneo straniero Fofana.

Dice bene Iachini che senza squadra la tattica e il resto non funzionano. A Palermo è riuscito nell'intento di compattare tutti, ma la situazione là era completamente diversa con una società che veniva quasi 'sfidata' dal gruppo che aveva fatto quadrato proprio per andare contro certe decisioni mai condivise.

A Udine non c'è una situazione esplosiva al vertice, ma quello che manca a volte sono motivazioni, ambizioni di squadra e spirito di corpo, con troppi giocatori legati ai loro agenti pronti a intervenire ogni qual volta l'assistito si lamenta. La concorrenza interna non avendo gerarchie precise rischia di diventare una piccola guerra senza esclusione di colpi.

Il tecnico marchigiano sa tutto questo, lo ha capito fin da subito: se riuscirà a creare armonia e compattezza la salvezza sarà decisamente più facile da raggiungere, altrimenti sono guai. Perché per la prima volta davvero si deve parlare di salvezza prima di tutto. Far credere a questa squadra di essere stata sottovalutata è il primo alibi da evitare quando un gruppo non è poi così coeso.

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