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Udinese, attenta alle ‘spallate’

La Spal a Roma ha fatto vedere ottime iniziative, specie nel primo tempo, attacca molto sulle fasce ed è compatta. Ma soprattutto gioca come gruppo, l'uno per l'altro. A Udine è lo stesso?

Monica Valendino

Seconda giornata e già l'Udinese deve dire ai suoi tifosi se ricalca le ultime cinque, indimenticabili, bizzarramente sublimi stagioni, oppure può fare qualcosa in più, ovvero ambire a quello che vogliono i Pozzo: uno stadio gioiello con una squadra che si salvi tranquillamente.

Sì, perché il ko col Chievo non è stato un caso. Maran oramai ha plasmato una squadra che gioca a memoria e i giocatori si sacrificano l'uno per l'altro. L'Udinese al di là degli annali slogan che appioppa sulle maglie (ancora non ne è stato azzeccato uno sempre nelle  ultime stagioni), sembra sempre una squadra di individualisti.

Per avere un undici valido serve un buon portiere, un buon difensore centrale, un buon centrocampista e un buon attaccante. Se poi almeno due di questi sono ottimi, allora sì che si può guardare in alto. Oggi davanti c'è il solito De Paul, tanti dribbling, qualche intuizione e parecchio fumo, tanto che anche  quest'anno è uscito prima del 90' bissando quanto accadeva quasi sempre l'anno scorso. Therau va e viene in tutti i sensi, Lasagna per ora sembra un attaccante solo al comando di un reparto senza rifornimenti certi.

Perché in mezzo Jankto e Fofana sono l'ombra di quelli visti l'anno scorso: non è questione di preparazione , suvvia a 2o  anni ci mancherebbe. Magari è solo che il mercato è ancora lungo e le speranze sono le ultime a morire quando Udine da tempo non è altro che un trampolino di lancio (spesso come quei cannoni che sparavano gli uomini verso chissà dove). Hallfreddson aspetta solo la scadenza del mercato, Behrami è tutto da verificare, ma più che un 'cervello' sembra un altro mediano da porre davanti alla difesa che per l'ennesimo anno prende gol a grappoli (vedi anche le amichevoli).

La Spal avrà dalla sua entusiasmo, un tecnico che sa leggere benissimo le partite, una squadra che è mix di gioventù ed esperienza (Bonazzoli, attenzione a questo nome), poi Meret. La sfida a distanza con Scuffet non solo potrebbe rivelarsi un boomerang per il bianconero reo di errori fatali alla prima, ma anche di polemiche verso una società che se è vero che ha tenuto la squadra invariata, è anche vero che di richieste vere ne sono arrivate poche e che, comunque l'anno scorso si è salvata senza infamia e senza lode. A questa squadra sono stati affiancati i soliti stranieri misconosciuti e Pezzella che appare come il primo Dossena, quello che ancora non aveva messo il turbo. Fasce quindi solito problema, attacco che speso va in affanno, centrocampo in cerca di un centro di gravità permanente.

La Spal a Roma ha fatto vedere ottime iniziative, specie nel primo tempo, attacca molto sulle fasce ed è compatta. Ma soprattutto gioca come gruppo, l'uno per l'altro. A Udine è lo stesso?

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