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Udinese, come le nuove regole hanno influenzato la stagione

Quello che molti non dicono. Parafrasando la canzone di Enrico Ruggeri (‘Quello che le donne non dicono’), appare giusto-  in un contesto come quello di questi giorni in casa Udinese – fare un po’ di chiarezza anche su...

Monica Valendino

Quello che molti non dicono. Parafrasando la canzone di Enrico Ruggeri ('Quello che le donne non dicono'), appare giusto-  in un contesto come quello di questi giorni in casa Udinese - fare un po' di chiarezza anche su alcuni aspetti legati a questa stagione. Dove ci si dimentica spesso che, se i risultati non sono quelli di altre stagioni, è anche vero che si sta lavorando daccapo anche e soprattutto in virtù dei nuovi regolamenti che entreranno in vigore dalla prossima stagione.

1) Rose delle squadre di Serie A a 25 calciatori, di cui 4 cresciuti in Italia e 4 cresciuti nel vivaio del club per cui sono tesserati, libero tesseramento degli Under 21 (la stragrande maggioranza è italiana).

In questo caso Stramaccioni da tempo ha iniziato a lavorarci su: Domizzi, Pasquale, Pinzi, Scuffet sono i capisaldi, mentre il tecnico ha portato già in prima squadra Meret, Pontisso, Copparo. Manca un tassello per comporre il puzzle, ma il punto non va dimenticato. Anche se - senatori a parte - gli altri non hanno trovato il posto fisso, quello che conta è il lavoro che si sta portando avanti. Integrarli in prima squadra per non farli subire il salto dalla Primavera, lasciargli sempre più spazi prima nelle  amichevoli poi (si auspica) in campionato, consapevoli che questo comporta rischi.

Proprio la rosa a 25 'costringe' il tecnico e la società a valutare tutta la rosa: questo non può sposarsi sempre con i risultati. Ovviamente l'aspetto mentale con cui si scende in campo è un'altra cosa, ma se chi è chiamato in causa delude, il problema diventa suo certamente, ma anche del club che deve valutare chi può far pare della prossima rosa e chi no.

2) Riforma dei cosiddetti giovani di serie; il giovane extracomunitario al primo tesseramento deve essere residente in Italia ed essere entrato nel nostro Paese con i genitori non per ragioni sportive e comunque aver frequentato la scuola per almeno 4 anni (tali calciatori non possono essere utilizzati per la sostituzione di un nuovo calciatore extracomunitario);

3) La sostituzione del calciatore extracomunitario sarà possibile solo nel caso di esistenza del contratto da professionista da almeno 3 anni (dal 2012).

Sui punti 2 e 3 si sta cercando di adempiere al nuovo regolamento. L'Udinese, come le altre squadre di A, se vuole ripartire di slancio deve costruire e pensare a un calcio che sta cambiando. Se per 15 anni ha fatto da padrona sul mercato, la politica oggi deve essere raddrizzata. Farsi trovare pronti è l'obiettivo, per questo un anno zero è stato ampiamente messo in preventivo. Per questo creare tensioni a fine stagione non serve. Per questo anche cambi al timone non sono presi in considerazione: ricominciare tutto nuovamente dopo che si è impostato un lavoro e solo per far contento qualcuno, non avrebbe molto senso.

Inoltre, ai tre punti elencati si aggiunge la riforma delle comproprietà che già dall'anno scorso ha creato nuovi problemi: l'Udinese da sempre ha basato le sue fortune economiche su questa formula (ricordate Quagliarella?), Oggi deve adeguarsi. Purtroppo il mercato italiano non offre molto in termini economici, ma è altrettanto chiaro che se prima si poteva 'scommettere' sui giocatori dati in compartecipazione in altre società, oggi il bilancio dovrà essere puntellato sempre e comunque con quello che si ha in casa.

In tal senso, quando si hanno decine di giocatori sotto controllo, è ovvio che servono le squadre B, come l'Udinese auspica da tempo. Purtroppo la Federazione su questo punto non sembra decidersi. Il Granada e il Watford non sono mai state 'squadre B' nel senso stretto del termine. Sono realtà autonome, con tifosi che pretendono, ovviamente. E la retrocessione possibile del Granada non  aiuta in questo senso: gli extracomunitari 'sdoganati' grazie alla presenza in Spagna potrebbero venire meno. Anche su questo si riflette, anche per questo l'annata va vista sotto più punti di vista.

©Mu

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