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Udinese: La convalescente sta per guarire?

L'Udinese, come detto dallo stesso Colantuono, è una convalescente: ora col Bologna o guarisce o rischia di una brutta ricaduta. Intanto le note positive arrivano dai nuovi che potrebbero davvero dare un nuovo volto alla squadra

Monica Valendino

C’è chi vede il bicchiere mezzo pieno con tre punti in tre gare, chi mezzo vuoto con gli stessi punti su sei gare (quindi su 18 disponibili). Insomma ce n’è per tutti in questa Udinese che a San Siro gioca un tempo, addirittura spreca il colpo del ko, prende il gol del pari sull’azione seguente, poi cala nettamente nella ripresa come accaduto anche in altre occasioni.

Che si spenga la luce troppo presto è un problema che Colantuono deve verificare: o è causa dell’atteggiamento dispendioso o è una causa mentale, ma in entrambi i casi non può andare bene. Il Milan ha potuto recriminare dopo che per 47 minuti l’Udinese poteva anche accarezzare il sogno dell’impresa. Poi la solita squadra troppo chiusa che concede agli avversari di prendere coraggio e sfiorare anche il successo se non fosse stato per il solito Karnezis e per una traversa provvidenziale.

Come un girone fa, come già successo, ora il Bologna è un croce via per l’Udinese: lo fu per Guidolin tre anni fa, quando esplose Scuffet e l’Udinese uscì dalla crisi. Lo fu all’andata per Colantuono quando Zapata fu protagonista assoluto, con un gol e con l’infortunio che ne ha determinato parte della stagione.

Ora è di nuovo scontro con i rossoblù: i bianconeri, che in casa hanno ottenuto meno punti che fuori, non possono fallire. Un altro pareggio al di là della continuità sembrerebbe una scatoletta di carne dopo settimane di digiuno, per cui è obbligatorio prendere i tre punti. Solo che questa volta di fronte ci sarà una squadra tra le più brillanti del campionato, allenata da un allenatore - Donadoni - che a molti tifosi bianconeri sarebbe piatto vedere a Udine già l’anno scorso.

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Le note positive che ci sono vanno ricercate nei primi 45 minuti di Milano: Matos, Kuzmanovic, Armero, possono cambiare volto alla squadra, senza dimenticare Hallfredsson e il giovane Balic: in cabina di regia Lodi va a fasi alterne, Guilherme non si sa ancora se può interpretare il ruolo, per cui se il giovane croato sta bene serve avere il coraggio di provarlo.

La classifica non è drammatica, anzi, e questo è il dato sui cui si può preparare la prossima sfida nel miglior modo possibile: un altro mezzo bicchiere non potrà bastare con Genoa e Verona all’orizzonte, ma serve anche trovare la squadra migliore. Senza pressioni e senza paure, con la consapevolezza che la rosa oggi offre più spunti. Ma anche con la consapevolezza che, come detto lo stesso Colantuono, questa squadra è ancora convalescente.

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