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Udinese, la squadra è davvero con Nicola?

Che la squadra a ogni gol segnato (pochi) non vada a festeggiare col tecnico è un piccolo gesto che non si può sottovalutare, perché a Udine il nome dietro la maglia vale più del simbolo che si ha davanti e del gruppo che rappresenta. Nicola...

Redazione

Nicola da quando è arrivato non ha dato una svolta all'Udinese, né come personalità (inesistente), né come gioco (difensivista e spesso impresentabile). Voci dall'interno dicono che le prossime gare saranno decisive, anche se di sostituti capaci o volenterosi di accettare una panchina bollente in una società che non è considerata più un modello, non ce ne sono. A meno che non si richiami Velasquez, il ricercato per mesi, forse (per i maligni) perché il numero in possesso era sbagliato.

Il club però fa quadrato attorno al suo tecnico, del resto cosa potrebbe fare. Il Messaggero Veneto, quotidiano da sempre vicino al club, scrive che "a scanso di equivoci, il club bianconero ha sotto contratto un solo allenatore: Nicola, appunto. Julio Velazquez, infatti, ha risolto il contratto triennale che aveva firmato la scorsa estate. Una decisione voluta dalla società per togliere qualsiasi nube sul tecnico piemontese. Don Julio, dopo l'esonero, era rimasto a vivere a Udine per un mese ma prima delle vacanze di Natale era rientrato definitivamente in Spagna lasciandosi alle spalle la sua esperienza italiana. La società fa quadrato attorno all'allenatore, ma questo non significa che su Nicola non ci siano le pressioni".

E la frase finale dovrebbe essere eloquente. Perché se è ovvio che i Pozzo non vogliano spendere ulteriormente per un tecnico (anche se in maniera parsimoniosa a dir poco con qualche straniero pronto a giocarsi la salvezza), è altrettanto ovvio che se l'Udinese precipitasse al terzultimo posto (ipotesi non remota), qualcuno finirà sul banco degli imputati e siccome non si può cambiare squadra (anche se la possibilità  a gennaio c'era...), si cambia come sempre tecnico. Italica moda che da queste parti è tornata in  auge da quando il figlio del Paròn a detta dello stesso Giampaolo è diventato il cardine delle decisioni nella stanza di bottoni.

Ma non illudetevi: chi scrive già nomi, tipo Montella, non capisce l'intento, che è quello di andare avanti a fari spenti fino al termine della stagione, finché si galleggia, altrimenti ecco pronto un tecnico anonimo pronto a dire si, perché quello che molti ci dicono in giro dall'Italia è che l'Udinese non è più ambita come società. E qualcosa vorrà dire.

La squadra è con Nicola? Impossibile dirlo. Nessuno degli ultimi allenatori seduti sulla bollente panchina bianconera è riuscita a "fare gruppo", benché ne dicano i soliti noti. Il problema forse principale è questo, per cui Nicola è nel vortice come i suoi predecessori, con giocatori che "devono giocare" e altri finiti nel dimenticatoio. Scelte condivise, autonome o imposte? Nessuno può dirlo, ma la domanda è comune tra i tifosi.

E che la squadra a ogni gol segnato (pochi) non vada a festeggiare col tecnico è un piccolo gesto che non si può sottovalutare, perché a Udine il nome dietro la maglia vale più del simbolo che si ha davanti e del gruppo che rappresenta. Nicola non ha colpe su questo, ma di certo qualcuno ci deve riflettere.

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